Mogorella Lunedì 10 novembre 2003 L ’atmosfera pesa come un macigno nel piccolo paese di Mogorella, sconvolto da uno scandalo a dir poco infamante. Ieri mattina a messa, la piccola e accogliente parrocchia di San Lorenzo Martire sembrava vivere una tranquilla domenica di novembre ma dietro quella facciata era tangibile il senso di disagio e lo sconforto. Oggi da parte di un intero paese parlare dell’ex parroco don Giuseppe Cuccu è praticamente impossibile. Nessuno è disposto a intervenire sull’argomento. L’accusa di pedofilia nei confronti del proprio parroco che da una decina di anni guidava i circa 500 fedeli di Mogorella, resta un tabù insopportabile.
Don Cuccu, giovedì scorso, è stato allontanato dal paese scortato dai carabinieri dopo la notifica di un provvedimento di divieto di dimora emesso dalla Procura della Repubblica di Oristano. Il sacerdote, oggi al sicuro in una casa segreta si dichiara innocente. Ma per alcuni genitori non ci sono altre vie: nessun dubbio su quanto raccontato dai bambini. Quelle attenzioni particolari e quei metodi nei confronti dei propri figli non sono affatto piaciuti. Tanto che qualche mamma si è poi decisa a mettere tutto per iscritto e a consegnare la denuncia ai carabinieri di Ruinas.
Che un forte malessere a Mogorella si vivesse da tempo, sono in molti a ripeterlo. Più volte i genitori si erano riuniti nei locali del centro di aggregazione sociale, lo stabile davanti al Municipio, per denunciare questo grave problema. Un malumore che ormai si era esasperato al punto che mercoledì scorso ha portato molti papà e mamme sotto la finestra della casa parrocchiale, una vera e propria manifestazione di piazza contro don Cuccu.
Ieri a Mogorella un nuovo sacerdote ha celebrato la festività settimanale. L’arcivescovo Pier Giuliano Tiddia da subito aveva assicurato: «I fedeli non saranno abbandonati». E così è stato. Sabato, facendosi portavoce dell’intera comunità religiosa oristanese, Tiddia ha aggiunto: «È un momento difficile e di profondo dolore per tutti. Ma dobbiamo aspettare, sino a quando la magistratura non avrà fatto chiarezza su tutta questa vicenda. Don Pinuccio è affranto, e continua a dichiararsi completamente estraneo a quei fatti».
Fatti turpi che nessuno immagina possano essere compiuti proprio da un educatore e da un servo di Cristo. Su questo lo stesso Papa Giovanni Paolo II è stato inflessibile, condannando con fermezza i sacerdoti che si fossero macchiati di tale reato a lasciare il sacro ministero. Ma ora, prima di tutto, l’inchiesta della magistratura.
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