Sacerdote arrestato per pedofilia: aveva una valigia di foto pornografiche
Scoperta una rete su Internet: inchiesta in tutta Italia, denunciati funzionari di banca, dirigenti delle poste e imprenditore Sacerdote arrestato per pedofilia: aveva una valigia di foto pornografiche
VERONA – Nelle prime pagine dei due siti Internet c’ erano le immagini di una ventina di dodicenni nude in pose sexy. Ma dietro quelle istantanee si nascondeva qualcosa di agghiacciante. Pagando un abbonamento mensile di cinquantamila lire era possibile accedere alla visione di duemila fotografie pornografiche: protagonisti centinaia di bambini dai sei mesi ai sette anni di età.
Clienti delle chat: funzionari di banca, dirigenti delle Poste, manager, imprenditori, tutti denunciati a piede libero. E un prete, un parroco trentacinquenne di una comunità alle porte di Torino, arrestato l’ altro ieri perché trovato in possesso di una valigia piena di polaroid che lo ritraggono in atteggiamenti inequivocabili con ragazzini di varie età. Ad ammanettarlo, e a sequestrargli tra l’ altro materiale sadomaso, sono stati i carabinieri del reparto operativo del comando provinciale di Verona. Il sacerdote, che ha ammesso ogni responsabilità, rischia dieci anni di galera.
La legge sarà severa anche con le altre cinquantanove persone sparse in tutta Italia che dall’ inizio del 2000 si sono abbonate alla società russa organizzatrice del sito. Per tutti i pedofili si prevedono condanne da uno a cinque anni e multe da 5 a 100 milioni di lire. L’ indagine è della magistratura di Verona ed ha coinvolto, da Siracusa a Belluno, altre ventisette procure. Scoperto cosa si nascondeva dietro i siti specializzati in «russian girls», nel gennaio scorso un giudice ha deciso di mettere a disposizione dei carabinieri del comando provinciale due carte di credito per pagare l’ abbonamento.
Pochi giorni ed ecco, attraverso l’ estratto conto della banca, il nome della società russa beneficiaria degli accrediti. Poi, l’ idea vincente: scrivere a tutti gli istituti di credito perché, attraverso le società di transazione, comunicassero i nomi e i cognomi di quanti avevano versato denaro al sito russo. Così si è formato e completato l’ elenco dei pedofili, tutti personaggi insospettabili e facoltosi. Tra questi anche il sacerdote il quale, messo di fronte all’ evidenza dei fatti, ha raccontato che da almeno tre anni conservava i documenti fotografici dei ragazzini che riusciva ad avvicinare e a circuire. L’ inchiesta è tutt’ altro che conclusa. La magistratura e i carabinieri sono convinti che le riproduzioni delle duemila fotografie oscene siano state cedute per soldi ad altri personaggi legati al mondo della pedofilia. Gli inquirenti vogliono anche risalire alle bambine, per lo più russe, che compaiono nude nelle pagine di presentazione del sito. Paolo Chiarelli
Chiarelli Paolo
Pagina 17
(9 luglio 2000) – Corriere della Sera
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