Lo scrittore Emmanuel Carrère afferma che c’è solo un modo per ricevere il dolore degli altri, ovvero dargli voce, farlo diventare il proprio dolore.
Chiara Frassoni, una psicoterapeuta di Bergamo, dedica il suo romanzo a tutte le persone che hanno sofferto, stanno soffrendo e soffriranno a causa della/e religione/i per via dei precetti o di abusi psicologici e/o psico-fisici inflitti da donne e uomini che affermano di rappresentare la parola di Dio.
Le religioni, afferma l’autrice, dovrebbero basarsi sull’accettazione, essere fonte di comprensione, conforto, fiducia e speranza, ma non è così infrequente che generino sofferenza, traumi e disperazione.
“D’io ti assolvo” è al contempo un giallo psicologico e sociale ambientato nella provincia di Bergamo. La trama si svolge all’interno di un contesto socio-culturale che ben rispecchia alcune criticità dei giorni nostri: un ambiente caratterizzato da un clima di propaganda che istiga all’odio e alla violenza, dove vengono sabotati i diritti delle minoranze, dove conquiste come l’interruzione volontaria di gravidanza o il divorzio vengono messe in discussione, dove si inneggia alla persecuzione dei migranti che si trovano così ad assolvere la funzione di capri espiatori.
Tali ideologie sono sempre più spesso supportate da un uso strumentale della figura di Dio.
Quali sono le conseguenze a cui si può andare incontro quando non vi è libertà di espressione e certi diritti vengono negati?
L’autrice vuole farci riflettere su questo.













