Invoca la condanna la Procura di Messina, alla fine del processo al prete accusato di violenza da una migrante tunisina ospite, all’epoca dei fatti, della casa d’accoglienza di Cristo Re. La sentenza è vicina e oggi in aula la parola è andata all’Accusa, rappresentata dalla PM Alice Parialò.
Accusa vuole condanna a 4 anni
La testimonianza della vittima ha presentato delle incongruenze ma il suo racconto è comunque credibile, non sono emersi motivi per i quali avrebbe dovuto accusare ingiustamente il rogazionista cinquantenne. Sono queste in sostanza le conclusioni della magistrata, che ha chiesto la condanna a 4 anni, con la concessione delle attenuanti generiche.
Adesso la parola passerà ai difensori, gli avvocati Salvatore Silvestro e Delia Urbani, che interverranno nell’udienza fissata al prossimo 3 dicembre.
Il racconto della donna
Dovrà attendere ancora qualche mese, quindi, il sacerdote che ad ottobre 2024 è stato posto ai domiciliari con la pesante accusa di violenza sessuale, per scoprire cosa decideranno i giudici del Tribunale alla fine del dibattimento di primo grado. A dare il via all’inchiesta è stata la denuncia di una giovane tunisina che nel 2022 era stata ospite di un amico nella struttura gestita dai rogazionisti messinesi, dove il 50enne operava. Ai poliziotti catanesi la donna ha raccontato di aver ricevuto le attenzioni poco consone, nella notte, del prete poi indicato come l’allora responsabile della struttura. claudio marino
Messina. Prete arrestato per violenza, l’Accusa invoca la condanna
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