E’ scontro tra le difese protagoniste del processo, celebratosi al Tribunale di Enna, sulle violenze sessuali, culminato con la condanna a 4 anni e mezzo nei confronti di don Giuseppe Rugolo. Ieri, il legale della Diocesi di Piazza Armerina, Gabriele Cantaro, in merito alle richieste di dimissioni del vescovo di Piazza Armerina, Rosario Gisana, sollevate dal Comitato “Non accetto prediche da chi copre un abuso” (che chiede le dimissioni del vescovo), ha evidenziato, nella sua articolata replica, che l’alto prelato, sulla vicenda di don Rugolo, non è stato né indagato né è finito sotto processo.
L’intervento dell’avvocato Parasiliti Molica
Al professionista, ha risposto l’avvocato Eleanna Parasiliti Molica, difensore di parte civile nel processo su don Rugolo, che è tornata del procedimento giudiziario, rispolverando le motivazioni dei giudici del Tribunale, che, “ricostruiscono compiutamente il quadro di gravi responsabilità ascrivibili al Vescovo di Piazza Armerina Rosario Gisana” dice l’avvocato Parasiliti Molica. Il legale cita alcuni passaggi delle motivazioni.
Gli stralci delle motivazioni dei giudici
“Emerge chiaramente che il Vescovo di Piazza Armerina, ben consapevole da molti anni delle – è indicato nelle motivazioni – segnalazioni effettuate inerenti agli abusi patiti dal ragazzo ancora minorenne ad opera di Rugolo, abbia totalmente ignorato questi campanelli di allarme, non solo ritardando volutamente l’incontro con Messina e suoi familiari ma evitando volutamente qualunque forma di controllo o provvedimento a tutela dei fedeli, soprattutto adolescenti, facenti parte della comunità religiosa da lui guidata che pure il suo ruolo, sulla base della normativa di diritto canonico”.
Nella stessa motivazione, come evidenzia l’avvocato Parasiliti Molica “la Curia, nella persona del Vescovo, ometteva con ogni evidenza, qualsivoglia, doverosa, seria iniziativa a tutela della sua comunità e dei loro genitori”, inoltre, “dall’istruttoria sono emersi elementi chiari ed univoci a sostegno di una condotta coscientemente colposa da parte del vescovo Monsignor Rosario Gisana che rendono viepiù legittima la condanna al risarcimento del danno della curia nella sua qualità di responsabile civile, per i pregiudizi cagionati dagli abusi sessuali perpetrati da padre Rugolo”.
“Difesa di potere”
Per il legale di parte civile, “a fronte di tali chiare emergenze ci si sarebbe aspettato una doverosa presa di coscienza da parte del Vescovo che invece preferisce perseverare in una condotta che ha tutte le caratteristiche di una strenua difesa di una posizione di potere”.
Inoltre, secondo l’avvocato Parasiliti Molica, “la misura è colma, il movimento rappresenta le istanze di una comunità smarrita, addolorata, che si sente tradita e che merita di essere ascoltata e non oggetto di indagini da parte del legale del vescovo” chiosa il legale.
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