DOC-3335. LUBIANA-ADISTA. Negli ultimi anni, la crisi degli abusi ha «coinvolto tutta la Chiesa. È un segno che Dio stesso vuole che compiamo un autentico lavoro di purificazione, sia a livello personale che comunitario. E non importa se, in ogni Paese, cadranno, come degli idoli pagani, i monumenti di coloro che si sono lasciati idolatrare». È p. Pierre Vignon, già giudice ecclesiastico della diocesi di Lione, a presentare con una intensa prefazione il libro autobiografico della slovena Dragica Čepar, che nel suo percorso vocazionale all’interno del movimento dei Focolari ha sperimentato «le terribili conseguenze dell’annientamento compiuto da un mostro sacro della Chiesa cattolica, rischiando di morire» e «ora che ha superato questo passato, per quanto non le sia stata resa giustizia, spiega serenamente e senza rancore, cosa ha reso la sua vita un disastro». Il libro, intitolato Sledovi Luči In Teme – Maja kalvarija v Gibanju fokolarov (“Tracce di luce e di tenebre – Il mio calvario nel Movimento dei Focolari”, edito dall’editrice Iskreni di Lubiana), ricco di fatti e documenti, è stato presentato con la giornalista Federica Tourn il 10 settembre scorso nella capitale slovena alla presenza di un folto pubblico.
Le pressioni del Movimento
Per il suo contenuto, il libro, nel quale si parla apertamente di abusi sistemici, non poteva non preoccupare il Movimento. Nei giorni precedenti all’evento, espressioni di protesta sono giunte all’editore da parte di membri che ne avevano visionato una sintesi e lo volevano leggere in anticipo, e la presentazione sembrava dunque preannunciarsi piuttosto tesa. Ma poi, evidentemente, i vertici del movimento hanno scelto un’altra strada: messaggi irenici di sostegno e preghiera sono pervenuti all’autrice proprio alla vigilia da parte dei due presidenti focolarini, Margaret Karram e Jesús Morán, invitati ma impossibilitati a essere presenti; ne è stata data lettura dalla stessa Dragica Čepar, incoraggiata in tal senso proprio dal responsabile locale maschile, Silvester Gaberšček, presente all’evento insieme alla controparte femminile, Marjeta Bobnar. Contestualmente, inoltre, ai membri focolarini sarebbe stato ordinato dall’alto di non partecipare alla presentazione: benché i focolari, i sacerdoti e il consiglio di zona fossero stati informati, all’appuntamento non si è presentato nessuno, nemmeno coloro che nei giorni precedenti avevano contestato il libro. La scarna delegazione focolarina era limitata ai due responsabili locali e a due fedelissimi.
Conclusasi la presentazione, i responsabili sloveni del movimento hanno poi lasciato la sala senza intervenire in alcun modo e senza contattare l’autrice nei giorni seguenti. Sembra che anche numerosi giornalisti siano stati dissuasi dal partecipare: forte è l’influenza focolarina nei media cattolici sloveni.
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