Il posto scelto dalla Curia genovese per i domiciliari di padre Andrea Melis, il sacerdote arrestato per violenza sessuale su minore, non è quello più adatto. Troppo vicino alle scuole elementari e a una scuola di danza. Troppo vicino a bambini e ragazzini e dunque possibili vittime. Per questo i carabinieri hanno scritto una nota al giudice per le indagini preliminari Milena Catalano per dirle che il prete «non può stare nella comunità comunità religiosa dei Padri Scolopi a Chiavari». A questo punto la Curia potrebbe scegliere un luogo diverso.
Padre Melis, appartenente all’ordine dei Padri Scolopi, direttore della scuola elementare della Fondazione Assarotti e presidente della Fidae Liguria (Federazione di scuole cattoliche primarie e secondarie, è stato arrestato venerdì. Accusato di abusi su un chierichetto di 12 anni. Violenze che sarebbero andate avanti per anni, fino al mese scorso. In cambio il prete dava soldi, videogiochi, vestiti griffati, sigarette elettroniche. Ma il parroco avrebbe tentato approcci anche con altri sette ragazzini, alcuni anche suoi ex alunni della Assarotti. Attirati nel suo appartamento sempre con regali.
I carabinieri sono convinti che i casi possano essere molti di più e per questo lanciano un appello: chi ha subito approcci o violenze si faccia avanti e denunci tutto. Intanto gli investigatori hanno scoperto che le sigarette elettroniche che padre Melis regalava potrebbero essere di provenienza illecita visto che avrebbero un contenuto di nicotina di gran lunga superiore al limite consentito.
Nella sua ordinanza la giudice ha usato parole durissime per descrivere il comportamento predatorio di quello che doveva essere una guida spirituale e che invece si è dimostrato un predatore sessuale della peggiore specie. Ha agito sotto «la spinta di impulsi perversi», carpendo la fiducia dei «ragazzini attirandoli a casa sua, vicino le chiese» e facendoli «accedere a tutto ciò che un adulto proibisce». La sua pericolosità, secondo la giudice, «non è connessa esclusivamente alla sua qualità di sacerdote e di insegnante, da cui è sospeso, ma anche alla sua capacità, acquisita proprio per effetto delle professioni svolte, di avvicinarsi ai minori, di farsi capire dagli stessi, ponendosi come loro amico e complice». Mercoledì è fissato l’interrogatorio per padre Melis, ma non è detto che dirà una parola.
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