Non ci furono abusi sessuali. Ne è convinto il tribunale di Prato che oggi, venerdì 19 luglio, ha assolto don Giglio Gilioli, l’anziano ex religioso fondatore dei Discepoli dell’Annunciazione, congregazione poi sciolta dal Vaticano, e il collaboratore laico, ex seminarista, Lucio Fossanova, accusati di violenza sessuale nei confronti di un giovane che tra il 2008 e il 2012, quando era ancora minorenne, frequentò la comunità assieme al fratello, anche lui minore.
I pubblici ministeri, Laura Canovai e Valentina Cosci, avevano chiesto condanne a 7 e a 9 anni. L’inchiesta della procura fu avviata nel 2020. Al centro i presunti abusi su due fratelli: il più piccolo che però non è stato ritenuto attendibile, e il maggiore i cui racconti hanno portato a processo gli imputati, difesi dagli avvocati Cristina Menichetti e Carlotta Taiti.
Entrambi i fratelli erano stati affidati dalla famiglia alla comunità religiosa e frequentavano sia la sede di Prato che quelle in Lunigiana e in Garfagnana. La vicenda finita a processo emerse a molti anni di distanza perché nella mente del più piccolo, durante le sedute psicoanalitiche a cui si sottoponeva, affiorarono ad un certo punto una serie di ricordi riconducibili a quelli che per l’accusa erano stati abusi sessuali. Sul registro delle notizie di reato finì una dozzina di nomi.
Due i filoni di inchiesta: quella delle violenze sul più piccolo dei fratelli finita nel nulla e, perciò, con l’archiviazione di tutte le posizioni, e quella sugli abusi sul più grande che è rimasta in piedi anche dopo l’udienza preliminare, fino ad arrivare a dibattimento e, oggi, alla sentenza di assoluzione. Le difese hanno puntato su diversi elementi e in particolare sulla non attendibilità del fratello più piccolo e sulla denuncia presentata a tanti anni di distanza dai presunti fatti.
Nessuna violenza sessuale sul minore ospite della comunità: assolti il sacerdote e l’ex seminarista
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