Udienza davanti al GIP del tribunale di Enna, Ornella Maimone, per decidere sull’opposizione alla richiesta di archiviazione avanzata da Giuseppe Rugolo, il sacerdote condannato lo scorso 5 marzo a 4 anni e 6 mesi per violenza sessuale aggravata a danno di minori, contro Antonio Messina il giovane che ha denunciato gli abusi e la giornalista Manuela Acqua, entrambi accusati di diffamazione e diffusione di atti procedurali.
I due avrebbero condiviso sui loro profili social uno screenshot di una pagina di un giornale che riportava le intercettazioni del vescovo della diocesi di Piazza Armerina, Rosario Gisana, che, a telefono con un altro sacerdote, parlava di certe caratteristiche degli omosessuali, facendo intendere che la denuncia di Messina altro non era che “una pura vendetta di una persona innamorata”.
I legali di Messina e Acqua, Eleanna Parasiliti Molica e Giovanni Di Giovanni, hanno eccepito il fatto che in nessun modo Rugolo, che ha denunciato tutti i giornalisti che si sono occupati della vicenda, avrebbe alcun titolo a presentare l’opposizione in quanto si parla del vescovo e non del prete.
Rugolo è stato rappresentato in aula da Mauro Lombardo in sostituzione dell’avvocato Denis Lovison che ha fatto riferimento alla memoria presentata dal legale del prete nella quale si attacca la procura di Enna, accusata di avere archiviato tutte le querele presentate contro i giornalisti.
Il pm ha comunque insistito nella richiesta di archiviazione. Antonio Messina e Manuela Acqua attraverso i loro difensori hanno, dunque, eccepito l’inammissibilità dell’opposizione sotto il profilo procedurale, nonché l’infondatezza delle accuse avanzate.
In aula è stata prodotta dai legali di Messina e Acqua la richiesta di archiviazione già avanzata dalla Procura di Savona nel procedimento contro il presidente di Rete L’Abuso, Francesco Zanardi, difeso dall’avvocato Riccardo Morielli.
Bisognerà ora attendere la decisione del gip.
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