Gela. Per la procura, cercò di adescare una minore, quando era parroco in città. Al termine della requisitoria, il pm Luigi Lo Valvo ha chiesto la condanna a due anni per il sacerdote, oggi ottantatreenne, Vincenzo Iannì. Il giudice Miriam D’Amore ha invece disposto l’assoluzione, con la formula “perché il fatto non sussiste”.
Il procedimento si è chiuso con la lettura del dispositivo, nel pomeriggio. La procura ha confermato che ci furono tentativi da parte del sacerdote, che avrebbe cercato di avvicinarsi sempre di più alla ragazza, insistendo per averla nella sua abitazione, da sola.
Secondo l’accusa, il sacerdote avrebbe fatto leva sulle difficoltà economiche della famiglia della ragazza, che sentita in aula ha spiegato che ci furono diverse telefonate. Il sacerdote avrebbe voluto una sua visita in casa, senza la presenza dei genitori.
Questa mattina, come testimone, è stato ascoltato un poliziotto che si occupò di approfondire la posizione del parroco. E’ stato riferito che c’erano già state, in passato, segnalazioni di altre donne, per atteggiamenti assai insistenti.
Nel corso della requisitoria, il pm ha citato un ulteriore caso che coinvolse il sacerdote, con il procedimento conclusosi con il pagamento di un’oblazione, anche in questo caso per atteggiamenti molesti.
Il poliziotto ha ricordato che durante una perquisizione nell’abitazione dell’imputato furono ritrovate “riviste pornografiche e videocassette”.
La giovane e la famiglia sono parti civili nel procedimento, assistiti dal legale Dario Romano, che ha concluso per la condanna di Iannì, del quale ha biasimato la condotta, non in linea con i doveri del suo ruolo.
Accusato di aver tentato di adescare una minore, anziano sacerdote assolto al termine del giudizio
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