“Rete l’abuso”. Si chiama così l’associazione che da 14 anni lotta contro la pedofilia nella Chiesa e si definisce un’organizzazione di “sopravvissuti agli abusi sessuali del clero”. Questa volta ci sono anche loro in aula a Tivoli nel secondo processo a Mirko Campoli, ex dirigente di Azione Cattolica ed ex prof di religione, accusato di aver abusato di altri due ragazzini.
Si sono costituiti parte civile insieme a una delle vittime per cui a marzo l’imputato già è stato condannato a nove anni di reclusione, alla onlus “No Child Abuse”, costituita dai genitori sempre delle prime due vittime e rappresentata dall’avvocato Michele De Stefano, e alla Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Lazio, Monica Sansoni, rappresentata dall’avvocato Pasquale Lattari.
Il giudice per l’udienza preliminare Sabina Lencioni ha accolto le costituzioni di parte civile e la richiesta di Campoli di essere giudicato con rito abbreviato, che consente uno sconto in caso di condanna. Il processo è stato poi aggiornato al prossimo 11 settembre.
L’imputato, che era prof di religione e vicepreside all’istituto tecnico “Fermi” di Tivoli, segretario nazionale dell’Azione cattolica ragazzi, presidente diocesano dell’Azione cattolica, direttore dell’ufficio scuola diocesano e incaricato regionale dell’ufficio scuola e università dall’ufficio della Cei, questa volta è accusato di aver abusato del fratellino di una delle prime due vittime e di un altro minore, che all’epoca dei fatti avevano rispettivamente 12 e 11 anni. Il più piccolo era ospite di una casa famiglia a Roma, a Boccea, che accoglie soprattutto minori “vittime di fenomeni di maltrattamento, abuso e abbandono”, e proprio lì avrebbe subito violenza da Campoli, che in tutti i casi avrebbe agito mentre i minori erano immersi nel sonno o si trovavano nel dormiveglia.
https://roma.repubblica.it/cronaca/2024/04/25/news/mirko_campoli_pedofilia_processo_tivoli-422727839/
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