di Federico Tulli – «Era lei a prendere l’iniziativa»: così don Paolo Glaentzer ha pensato bene di giustificare la presenza nella sua auto di una bambina di undici anni. Lui con i pantaloni abbassati, lei con la magliettina alzata. E ancora: «È stata una mia stupidata, mi ha fatto lo sgambetto il demonio, uno sgambetto un po’ pesante, ho commesso un errore, questo lo ammetto, ci penserà il nostro Signore. Lui è in grado».
Parole fatue e agghiaccianti che non hanno messo al riparo il parroco settantenne, colto in flagrante, dall’arresto con l’accusa di violenza sessuale. «Con» la stessa bambina, stando a quanto il prete ha dichiarato alla stampa locale, era già «capitato altre poche volte». Infine, l’ultima «coltellata»: «È stato uno scambio d’affetto, è stato esagerato, a volte le cose vanno in una certa maniera».
Avete letto bene. Con una bimba di undici anni, per un sacerdote, a volte le cose vanno in questa maniera. Ed effettivamente e tragicamente è vero come dicono anche i dati numerici che arrivano dalle inchieste in Germania, Francia, Spagna, Portogallo, Stati Uniti e così via. Ma non è tanto di questo che vogliamo parlare citando il caso di don Glaentzer che si è consumato a Calenzano, alle porte di Firenze, nel 2018, e si è concluso nel 2021 con la sua condanna definitiva a 2 anni due mesi e 20 giorni.
L’allusione al diavolo che fece il sacerdote pedofilo non è affatto casuale, tanto meno estemporanea. C’è dietro l’idea, falsa, violenta e perversa, abbastanza diffusa tra gli uomini di Chiesa, che sia la vittima a istigare, a indurre in tentazione l’adulto. E c’è l’idea che il diavolo esista. Molti preti lo considerano una forza oscura, altri una persona, per altri ancora è la rappresentazione del «male», comunque è ritenuto anche dai vertici delle gerarchie la causa di tutti i «mali» che stanno attraversando la Chiesa, compresa la pedofilia.
L’esistenza del demonio con le sue colpe è un tema caro anche a papa Francesco. In pochi, nel mondo laico, hanno presente la frequenza pressoché quotidiana con cui lo ha nominato e accusato di qualcosa sin dai primi giorni del pontificato. Ed sorprendente è l’impegno ci mette la «sua» Chiesa in Italia per scovare il diavolo al fine di scacciarlo. Nessun Paese al mondo conta più esorcisti del nostro. Ancora oggi quella che la Chiesa definisce «lotta del bene contro il male», opera anche attraverso l’aspersorio. Il che spiega in parte come mai quella contro la pedofilia sia tutt’ora una battaglia persa e combattuta solo a parole.
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