Da qualche settimana è in libreria “L’avversione di Tonino per i ceci e i polacchi”, esordio nella narrativa del giornalista Giovanni Di Marco, edito da Baldini+Castoldi. Si tratta di romanzo di formazione e di denuncia, una storia di abusi e tentativi di riscatto. Il romanzo è ambientato in Sicilia, in un paesino dell’entroterra palermitano. Siamo all’inizio degli Anni ’80. Il protagonista è un bambino, vittima due volte: del destino, in quanto orfano, e del sacerdote locale, di cui subirà le molestie. L’unica speranza di salvezza di Tonino si chiama Tania, una giovane vicina di casa che gli farà da seconda madre: sarà lei a intuire gli abusi e a tentare di sottrarre il piccolo dalle grinfie del prete pedofilo.
La storia si apre con il funerale della madre di Tonino, interrotto bruscamente quando in chiesa, nel pieno della funzione religiosa, arriva la notizia dell’attentato a Karol Wojtyla. Tonino ha 7 anni, è un bambino curioso e intelligente. Ma la confusione e la rabbia che prova quel giorno, scaveranno nel suo animo, lasciando cicatrici profonde. In risposta agli abusi (psicologici e sessuali) che da lì a poco subirà per mano di Padre Alfio, Tonino rischierà di diventare il carnefice di sé stesso. Mentre nel mondo si consumano gli ultimi scampoli di guerra fredda e l’Italia si festeggia il Mondiale dell’82, in Tonino tutto sembra andare lentamente in frantumi: le amicizie, la possibilità di un futuro, il rapporto con la famiglia. Sarà Tania, giovane donna dallo spirito indomito e con un passato burrascoso, l’unica persona disposta a lottare perché Tonino riceva giustizia.
Prendendo come filo conduttore l’esperienza del piccolo protagonista, il romanzo dell’autore palermitano prova a far luce sul dramma, reale, delle vittime di abusi da parte di membri del clero e sull’ostinato (quanto ingiustificabile) silenzio della Chiesa che per anni ha protetto i carnefici abbandonando le vittime al proprio destino. Un romanzo d’esordio potente e coraggioso, una sorta di manuale di come la Chiesa gestisca, da sempre la vicenda pedofilia, senza mai una parola di solidarietà per le vittime e con l’unico, diabolico intento di insabbiare i casi..Un romanzo dalla scrittura franca e leggera che affornta un tema quanto mai attuale e spinoso, con occhi puliti ma consapevoli. Il tema dell’abuso viene raccontato senza morbosità e, nonostante i traumi che ne deriveranno, ha un finale che indulge alla speranza. Tonino è le tante vittime che sono costrette a subire e a tacere, perchè è la parola di un bimbo contro un ministro dlela Chiesa, Tonino è la vittima perfetta, senza madre e con un padre assente. In un momento in cui una parte dei cattolici, quella sana, quella che vuole tornare a pregare in Chiesa, chiede chiarezza il libro di Giovanni Di Marco rappresenta una denuncia contro un sistema, ormai consolidato, che però comincia trovare sempre più spazio sulle pagine dei giornali.
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Pierelisa Rizzo
Giornalista