Savona. Non ha potuto, come avrebbe voluto, parlare di pedofilia nella Sala Rossa del Comune di Savona. Francesco Zanardi, ancora una volta, non si è però arreso e ha voluto essere presente lo stesso, davanti a Palazzo Sisto, per portare avanti la sua battaglia. Dopo che un’ordinanza del sindaco ha fatto rimuovere i manifesti di denuncia di Zanardi dai muri della città, l’omosessuale savonese se li è “attaccati” addosso nel vero senso della parola mostrandoli a tutti i cittadini che passavano dalle parti di piazza Sisto.
Zanardi ha indossato i panni dell’uomo “sandwich” e ha mostrato, da un lato, il manifesto che è stato fatto rimuovere, dall’altro un cartello con scritto: “Almeno una cosa buona l’abbiamo fatta, Briano a Lavagnola non c’è più”. Il grande accusatore della diocesi, in piazza, si è reso disponibile a fornire informazioni e a raccontare la “sua” verità sui casi di pedofilia nella diocesi di Savona. L’omosessuale savonese ha voluto, attraverso questo “flash mob contro l’ipocrisia” protestare contro la decisione del sindaco che, a suo giudizio, ha voluto censurarlo.
“In piazza Sisto, sede del Comune di Savona, ad attenderci abbiamo trovato molta più gente di quella che ci aspettavamo. Tanti cittadini savonesi: cattolici, credenti, arrabbiati e indignati. Molti non si sono avvicinati ma leggevano da lontano i cartelloni che Pennestri ed io avevamo appesi tipo sandwich. Tra noi anche i genitori di Alessandro e di altre vittime: difficile trattenere le lacrime” ha detto Zanardi.
“Domani sarò ospite a Pavia presso la comunità per minori Piccolo Alan. Da molto voglio andare ma purtroppo il tempo e le poche risorse economiche mi costringono a rimandare. Anche lì ci sono tante vittime, vittime dell’indifferenza e dell’ipocrisia di molti, di quelli che sentenziano, giudicano ma non producono nulla per migliorare la società nella quale viviamo. Ringraziamo i cittadini savonesi che sono intervenuti oggi abbattendo il muro dell’ipocrisia savonese, tutti coloro che ci hanno ugualmente sostenuti con SMS ed e-mail, l’associazione Piccolo Alan nella persona Alberto Sala, la sezione UAAR di Savona nella persona di Francesca Marzadori, l’associazione Radicale Certi Diritti nella persona di Sergio Rovasio, l’Italia Dei Valori nella persona di Vincenzina Ascanio, le vittime dell’istituto Antonio Provolo di Verona e l’associazione nazionale A.N.N.A. no AIDS Onlus” ha concluso l’omosessuale savonese.
https://www.ivg.it/2010/11/savona-zanardi-in-piazza-sisto-per-denunciare-i-pedofili-e-dire-no-alla-censura/?amp
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