di Federico Tullli – Chi è davvero interessato a far luce sui crimini pedofili che avvengono negli ambienti ecclesiastici si chiede spesso se Oltre Tevere sia del tutto chiaro il livello delle mostruosità che per decenni, e probabilmente fino a oggi, sono state compiute nella più totale impunità da preti pedofili. Già perché nella Chiesa, dal papa in giù, prevale ancora l’idea che la violenza su un bambino prepubere sia un delitto contro la morale, di cui peraltro non si è macchiato solo il carnefice: le Norme della Chiesa parlano di atto sessuale di un chierico ‘con’ un minore e nessuno le ha cambiate. Nemmeno papa Francesco. Una questione che spesso viene chiamata in causa si lega all’imposizione della castità e del celibato dei sacerdoti.
Il Vaticano stesso ha predisposto un maggior rigore nei controlli sulle ammissioni ai seminari, in particolare per ‘verificare la reale disponibilità dei candidati a votarsi a una vita di celibato e castità’. Celibato, castità e pedofilia. C’è davvero un nesso? Chiediamo allo psichiatra e psicoterapeuta Domenico Fargnoli di aiutarci a fare chiarezza.
«Il celibato e la castità», racconta lo psichiatra, «sono solo mezzi per perseguire l’annullamento del corpo e dell’identità connessa a ogni forma di desiderio sessuale. Nelle vite dei santi si legge spesso come il digiuno e la conseguente debilitazione organica fosse un espediente per impedire l’insorgere del desiderio. È chiaro che il celibato e la castità in quanto negazione della realtà corporea non possono che facilitare l’insorgere di forme di condotte sessuali perverse, che nei casi estremi si configurano come ‘parafilie’ o pedofilia. Il pedofilo reagisce con un eccitamento sessuale a stimoli che per loro natura, come quelli provenienti dai bambini, non sono sessuali. In lui è presente un delirio di significato.
Vale a dire una alterazione del pensiero e della capacità di giudizio. Si attribuisce un significato ‘sessuale’ a situazioni di rapporto che niente hanno a che vedere con la sessualità. Ciò è la conseguenza di un annullamento del nesso che intercorre fra realtà fisica e psichica. Da una parte si ha l’ideale di una spiritualità astratta completamente desessualizzata, dall’altra un corpo che ridotto a un fascio di reazioni cieche è suscettibile, quando non si può ignorare la sua esistenza, di indurre un agire autistico e criminale in totale disprezzo delle norme e dei valori alla base della convivenza sociale».
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