L’Italia ha concesso l’estradizione in Argentina dell’ex cappellano militare italo-argentino don Franco Reverberi, accusato di crimini contro l’umanità commessi durante la dittatura del generale Jorge Jose Videla, in vigore dal 1976 al 1983. La richiesta di estradizione – rende noto il governo argentino in un comunicato – è stata promossa dall’Argentina su istanza della segreteria dei diritti umani della nazione. Reverberi era cappellano ausiliare dell’VIII squadra di esplorazione alpina di San Rafael, a Mendoza, ed è indagato per atti commessi nel Centro di detenzione clandestina noto come «La Departamental». Il religioso, molto malato ma ritenuto in grado di sopportare l’eventuale trasferta in Sudamerica, ha oggi 86 anni e vive a Sorbolo, dove è anche nato nella frazione di Enzano.
Opera nella nuova parrocchia di San Benedetto. Don Reverberi nel 1948 seguì la famiglia emigrata in Argentina e si stabilì con i genitori a San Rafael, regione di Mendoza a circa mille chilometri da Buenos Aires. Qui arrivò la vocazione, l’ordinazione sacerdotale e l’assegnazione alla parrocchia di Salto de Las Rosas, comunità frequentata da molti immigrati italiani. Tornò in Italia nel 2011, quando a Mendoza si stava svolgendo il primo processo per crimini contro l’umanità e le testimonianze dei sopravvissuti e dei familiari hanno cominciato a indicare le sue responsabilità. Nel 2013 venne presentata la prima richiesta di estradizione, ma i tribunali italiani la respinsero perché l’accusa conteneva solo accuse di tortura, reato non imprescrittibile in Italia a meno che non venga associato a condotte punibili con l’ergastolo. Sulla base di nuove testimonianze raccolte a Mendoza, è stato quindi possibile ampliare l’accusa per includere la partecipazione di Reverberi, anche in abiti militari, a sequestri e torture di almeno dieci persone, e all’omicidio del militante peronista José Berón, tuttora disperso. Alcune vittime hanno testimoniato poi che il sacerdote avrebbe invitato a confessare le proprie colpe per ottenere un «sollievo spirituale». La decisione della Corte d’appello di Bologna non è comunque definitiva e l’imputato ha ancora la possibilità di ricorrere davanti alla Corte costituzionale, come ha sottolineato anche l’ambasciatore dell’Argentina in Italia, Roberto Carlés.
Nel mirino delle autorità giudiziarie argentine ci sarebbe il suo ruolo di cappellano militare nella «Casa departamental» a San Rafael nei primi anni ‘80.
«Sicuramente faremo ricorso entro i 30 giorni previsti. Già da tempo la Curia vescovile di Parma nel difendere don Franco ha pubblicato due documenti molto chiari – ha commentato il parroco di Sorbolo Mezzani don Aldino Arcari –: uno della Curia di San Rafael, l’altro del ministero della Difesa argentino che attestano “stranamente” che don Reverberi è stato nominato cappellano militare nel settembre 1980, mentre i quattro accusatori argentini parlano del 1976. A chi giova tutto questo accanimento? Senza dubbio a screditare la chiesa, i preti e anche il papa. Sì proprio lui, papa Francesco. Come per dire: vedete, lui che parla tanto di misericordia e di perdono, “copre” addirittura un prete argentino “accusato” di tortura!».
https://www.gazzettadiparma.it/italia-mondo/2023/07/12/news/andra-a-a-processo-don-reverberi-il-sacerdote-di-sorbolo-accusato-di-crimini-contro-l-umanita-723766/
Scopri di più da Rete L'ABUSO
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.