Il procuratore generale della Bolivia, Juan Lanchipa , ha denunciato questo martedì che c’è un “ostacolo” della Chiesa cattolica nelle indagini sulla pedofilia come nel caso del gesuita spagnolo Alfonso Pedrajas, ora deceduto, e che ha rivelato diversi dei suoi abusi in uno staff di giornale.
In una conferenza stampa, Lanchipa ha indicato che la Procura ha ricevuto il giornale Pedrajas attraverso la “cooperazione internazionale” e che differisce da quello che la Compagnia di Gesù ha consegnato poche settimane fa, che aveva “cancellazioni” e cancellature in “nomi, date e luoghi.
“Hanno sottolineato e cancellato date e nomi. Questa è una censura che non possiamo accettare come collaborazione ma piuttosto come ostruzione”, ha rimarcato il procuratore generale.
Nel testo, Pedrajas racconta i presunti abusi che ha perpetrato su decine di bambini quando era responsabile della scuola Juan XXIII in Bolivia, dal 1971.
I ‘diari’ di Pedrajas e Roma
Allo stesso modo, Lanchipa ha affermato l’esistenza di un altro giornale che ha attribuito a Luis Roma Padrosa, anche lui gesuita spagnolo, morto nel 2019, e in cui ha anche “indicato nomi e luoghi” dei suoi abusi.
Nel febbraio 2019 EFE ha pubblicizzato il caso del sacerdote rom attraverso la denuncia di un ex membro della Compagnia di Gesù che chiedeva l’anonimato e che basava le sue accuse su trenta fotografie esplicite in cui diceva di riconoscere il presunto aggressore di diversi minori di 6 anni a 12 anni.
“Nel caso di Pedrajas e di quest’altro prete rom, possiamo sottolineare, con assoluta certezza, che sono atti abominevoli, sono atti orribili che hanno commesso contro la nostra infanzia”, ha detto Lanchipa.
L’autorità ha indicato che entrambi i testi sono stati inviati ai pubblici ministeri di Cochabamba e Santa Cruz, oltre al fatto che gli eventi descritti in entrambi i giornali “sono della stessa natura”.
17 indagini aperte per pedofilia
La Procura boliviana ha aperto almeno 17 indagini per pedofilia, la maggioranza contro sacerdoti cattolici, che continuano nei dipartimenti di Cochabamba (3), La Paz (5), Tarija (3), Santa Cruz (4) e Chuquisaca (2).
Di fronte a questi casi, il presidente Luis Arce ha inviato una lettera a papa Francesco per chiedere che rivedano congiuntamente la storia degli abusi sessuali dei sacerdoti che vengono inviati in Bolivia, alla quale il pontefice ha risposto con la sua disponibilità a “collaborare con il governo” in quel compito.
Inoltre, a metà giugno, la Conferenza episcopale boliviana (CEB) ha creato quattro commissioni per prevenire, indagare e creare “spazi sicuri” negli ambienti ecclesiali.
https://www.religiondigital.org/america/Fiscalia-Bolivia-obstruccion-Iglesia-pederastia-padre-pica-pedrajas-roma-jesuitas_0_2577642211.html