(L.B., R.C. – a cura Redazione “Il sismografo”) Da quando “El País” (Spagna), con documenti originali e diverse testimonianze, raccontò la spaventosa vicenda del presbitero pedofilo Alfonso Pedrajas Moreno, missionario gesuita, che nell’arco di 40 anni circa abusò sessualmente di oltre 85 ragazzi nei collegi della Compagnia di Gesù, in America Latina si sta scrivendo molto. La vicenda di questo prete, chiamato “padre Pica”, non si circoscrive solo alle narrazioni sconvolgenti – vere confessioni – di un sacerdote pedofilo seriale. I documenti manoscritti del gesuita, i file del suo computer, coinvolgono numerosi altri confratelli, suoi superiori, e quindi tracciano anche una sorta di mappatura della politica dell’occultamento degli abusi nell’arco di quattro decenni, dagli inizi degli anni ’60 fino al 2008. Ecco perché il caso di “padre Pica” è un’ulteriore dimostrazione del carattere sistemico della pedofilia clericale.
Padre Pedrajas, missionario in America Latina, ma …
In molti Paesi, fra cui l’Italia, la storia è stata sino ad oggi sconosciuta oppure silenziata. In Bolivia sono intervenute diverse volte, per chiedere perdono e promettere verità e giustizia, la principale diocesi coinvolta (Cochabamba), la Conferenza episcopale boliviana e la Provincia della Compagnia di Gesù.
Il gesuita Alfonso Pedrajas era nato in Spagna (Valencia) nel 1947. Fu missionario in America Latina (Perú, Ecuador e Bolivia) dove morì nel 2009 colpito da un cancro stomacale. Dopo un po’ di tempo, sono rientrati in Spagna alcuni dei suoi effetti personali, tra cui un computer che aveva affidato al suo ultimo compagno, e un diario personale in parte manoscritto (oltre 380 cartelle) nel quale racconta nel dettaglio tutti i suoi singoli abusi sessuali su ragazzi, giovani e anche novizi dei quali fu Direttore. Gli abusi narrati dal sacerdote sono esattamente 89 e l’ultimo che viene registrato in questo diario degli orrori – intitolato “La Storia” – è dell’ottobre 2008, poco più di un anno prima di morire e già gravemente malato. Il Diario di Alfonso Pedrajas comincia nel 1960 e gli eventi orrendi che si raccontano coprono un ampio arco di tempo, decenni, e ciò spiega il perché i gesuiti boliviani, che hanno ora aperto un’indagine ma che conoscevano i fatti da oltre 10 anni, sono stati costretti in questi giorni a sospendere diversi confratelli che in passato hanno avuto a che fare con “padre Pica” perché suoi superiori.
Fernando Pedrajas, nipote del gesuita pedofilo, legge il Diario e denuncia
La testimonianza del nipote del gesuita spagnolo, Fernando Pedrajas, è stata la chiave di volta per far crollare l’omertà su questi eventi coperti da un oblio voluto e organizzato.
Il giornalista de “El País”, Julio Núñez, ha raccontato martedì scorso nel programma “Que no me pierda” come si sono sviluppati gli eventi e come questa storia è arrivata nelle mani de “El País” dal nipote di “padre Pica”. Il giornale entrò in contatto con un lettore che aveva spedito una e-mail ai redattori che stanno da tempo seguendo e documentando i fatti di pedofilia in Spagna. Il lettore – sappiamo oggi che si trattava del sr. Fernando Pedrajas – diceva si essere in possesso di un diario personale di un suo parente, tale “padre Pica”, nel quale confessava numerosi atti di pedofilia. Aggiungeva di aver provato a denunciare suo zio, già morto, usando il contenuto del diario, ma senza successo. In sostanza nessuno gli aveva dato ascolto. Il nipote chiedeva al giornale di aprire un’indagine. Da quel momento, i giornalisti cominciarono a leggere le 383 pagine del file “La Historia”. Sembrerebbe quasi certo che l’ultimo compagno di padre Pica fosse a conoscenza del contenuto del diario e quindi che padre Pica fosse un pedofilo seriale. Dopo la morte di p. Pedrajas, il suo compagno inviò tutto alla famiglia a Madrid: computer, lettere, il diario, fotografie … Tutto però restò fermo in un magazzino. Un giorno, nel 2011, il nipote Fernando dovendo sgomberare alcuni spazi per lavori di restauro, scoprì il diario dello zio. Con questo materiale in mano – dopo un’attenta e sbalordita lettura – lo stesso 2011 fece la denuncia alla procura, alla Compagnia di Gesù, al Collegio gesuita di Cochabamba “Giovanni XXIII”, in Bolivia, del quale questo suo zio, “padre Pica”, era stato anche rettore. Alla fine, di fronte alle risposte ricevute – “reati prescritti”, “è morto e non si processano i morti” – Fernando Pedrajas prese la decisine di rivolgersi ai giornalisti de “El País”.
Perché nessuno fermò il prete Alfonso Pedrajas?
Julio Núñez, giornalista de “El País” racconta che alla fine dello scorso mese d’ottobre 2022, le comunicazioni tra Fernando Pedrajas e la Compagnia di Gesù “sono state interrotte a causa della mancanza di fiducia”. La Compagnia ha dichiarato a “El País” che la denuncia fatta dal nipote non era valida poiché era stata inviata tramite la posta elettronica, quindi in una modalità non riconosciuta e accettata dal Diritto Canonico”. Il giornale spagnolo scrive che “attualmente sappiamo che è stata aperta un’inchiesta i cui risultati sono stati mandati a Roma e successivamente in Vaticano”.
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In queste ore le inchieste de “El País” (Spagna) rivelano un altro scandalo di pedofilia che coinvolge ancora i gesuiti della Bolivia. L’ex gesuita Pedro Lima, spagnolo, dichiara di aver denunciato, anni fa, altri due membri della Compagnia ugualmente spagnoli – Luis Tó e Antonio Gausset Capdevilla – che avrebbero abusato di decine di ragazzi e novizi. Dopo questa sua denuncia al provinciale Ramón Alaix, anche lui spagnolo, ricevette l’ordine di lasciare subito la Compagnia di Gesù. I fatti risalirebbero al 2001 secondo Lima.
Fonte – El País
In queste ore le inchieste de “El País” (Spagna) rivelano un altro scandalo di pedofilia che coinvolge ancora i gesuiti della Bolivia. L’ex gesuita Pedro Lima, spagnolo, dichiara di aver denunciato, anni fa, altri due membri della Compagnia ugualmente spagnoli – Luis Tó e Antonio Gausset Capdevilla – che avrebbero abusato di decine di ragazzi e novizi. Dopo questa sua denuncia al provinciale Ramón Alaix, anche lui spagnolo, ricevette l’ordine di lasciare subito la Compagnia di Gesù. I fatti risalirebbero al 2001 secondo Lima.
Fonte – El País
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(es) Padre Hans Zollner, disertante del Seminario, Prevención de Abusos en la Iglesia en Bolivia – 23 marzo 2023 (Video)