Non un caso isolato. “Rete l’abuso” – l’associazione che raccoglie e ’scheda’ le denunce delle vittime dei sacerdoti accusati di pedofilia – avrebbe ricevuto diverse segnalazioni con al centro il sacerdote sottoposto a processo canonico e rimosso la scorsa settimana dalla parrocchia di Santa Maria Madre della Chiesa dall’arcivescovo Giovanni Paolo Benotto.
La prima arrivata e verificata circa dodici mesi fa, ha preceduto di poco quella inoltrata all’associazione dai due fratelli. Nel loro caso si tratterebbero di fatti che vanno indietro nel tempo oltre 25 anni, quando il sacerdote era parroco in Santo Stefano nel quartiere di Porta a Lucca. Ma è a seguito di quella prima e precedente segnalazione – non rimbalzata sulle cronache – che il nome (foto compresa) del monsignore 73enne era stato già inserito nel database on line della Rete, visibile da tutti.
Dopo l’ultimo caso, diventato pubblico venerdì scorso, però i contatti con l’associazione sono aumentati. Altri episodi sarebbero arrivati sul ’tavolo’ della “Rete”. Altre persone che, così sembra, avrebbero subito lo stesso genere di abuso, anche in periodi diversi, dal sacerdote. Denunce, queste, tra le quali andrà ovviamente fatta una scrematura per capire quali siano realmente circostanziate e quali, invece, scattate sull’onda emotiva degli ultimissimi giorni. E se “Rete l’abuso” ribadisce di essere a disposizione incoraggiando le altre presunte vittime a non aver paura (“Scriveteci!), un altro soggetto avrebbe contattato direttamente i due fratelli, per offrire non solo solidarietà ma anche testimonianza diretta.
Episodi sepolti magari per decenni che ora riemergono. Ad aver fatto venire alla luce l’abuso è stato, per i due fratelli, un lungo percorso di psicoterapia. Così sono riusciti, a distanza di anni, a trovare la forza per denunciare. Il ’loro’ caso è giunto di fronte al tribunale ecclesiastico ad aprile. Tribunale che avrebbe poi appurato la veridicità delle accuse anche a seguito delle ammissioni dello stesso sacerdote. “Un momento di debolezza”, un “cedimento” che ha visto i due fratelli entrambi vittime e protagonisti in qualcosa di più grande di loro.
“A nome mio e della Chiesa pisana – queste le parole dell’arcivescovo Benotto (nella foto), nell’annunciare la sospensione del sacerdote dalle facoltà inerenti al suo ministero fino al termine del processo canonico – chiedo perdono a chi ne è stato vittima e a quanti soffrono per lo scandalo che oscura il volto della Chiesa. Domando a tutti di pregare il Signore perché non venga meno la fede in chi è stato offeso e perché si rinnovi in tutti un autentico cammino di conversione”.
E adesso? I due fratelli potrebbero intentare causa civile — la prescrizione in questo caso, a differenza del penale, parte dal momento della presa di coscienza della molestia subita — per chiedere un risarcimento al sacerdote (che attualmente si trova ospite di un parente in un quartiere lontano da entrambe le parrocchie) e alla Diocesi. Alla Procura di Pisa al momento non sarebbe arrivata, ad oggi, alcuna notizia di reato. Un’inchiesta che, con tutta probabilità, non potrà che essere archiviata visto che il fatto sarebbe accaduto quando i due avevano 9 e 13 anni.
https://www.lanazione.it/pisa/cronaca/abusati-dal-prete-segnalazioni-gia-12-mesi-fa-1.8096029
(foto di copertina: parrocchia di Santa Maria Madre della chiesa (foto Del Punta per Valtriani)