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giovedì 2 Maggio 2024

Il mea culpa del vescovo di Pisa sul prete accusato di pedofilia

Giovanni Paolo Benotto ha comunicato di aver accettato le dimissioni di don Luigi Gabbriellini e ha annunciato che il sacerdote è sotto processo canonico: «Chiedo perdono alle vittime»

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Federica Tourn Editoriale DOMANI – «A nome mio e della chiesa pisana che rappresento, chiedo perdono a chi ne è stato vittima e a quanti ne soffrono per lo scandalo che oscura il volto della chiesa». Sono parole forti quelle scelte dal vescovo di Pisa Giovanni Paolo Benotto per comunicare di aver accettato le dimissioni di don Luigi Gabbriellini, 74 anni, e annunciare che il prete è al momento sotto processo canonico con l’accusa di abuso sessuale e molestie a danno di minori.

Il fatto che monsignor Benotto usi l’indicativo in riferimento alle vittime, e la scelta di non menzionare nemmeno una volta nel comunicato la presunzione di innocenza dell’accusato fino alla conclusione del processo, non danno per una volta adito a dubbi sulle responsabilità del sacerdote, che infatti si è dimesso.

Nella nota della diocesi, diffusa il 15 settembre, il nome di don Gabbriellini non viene fatto ma è non è certo un segreto. Monsignor Benotto ha la correttezza di indicare l’ultimo incarico del prete, fino a pochi giorni fa parroco di santa Maria madre della chiesa e santa Marta a Pisa.

Il sacerdote è finito davanti al tribunale ecclesiastico accusato di aver violentato una ventina di anni fa due fratelli, all’epoca dei fatti di 9 e 13 anni. Le due vittime, oggi adulte, hanno segnalato al Servizio diocesano per la tutela dei minori gli abusi subiti e nell’aprile scorso, «appena è stata ricevuta la denuncia» sottolinea il vescovo, il processo è stato avviato e il sacerdote temporaneamente sospeso dalle sue funzioni fino all’esito del procedimento.

L’ATTACCO SU FACEBOOK

C’è mancato poco, però, che riuscisse a farla franca. Infatti – come racconta una fonte interna – da giorni erano già pronti sul tavolo del vescovo ben due comunicati sul conto di don Luigi, ben diversi uno dall’altro. Uno annunciava il congedo del prete dalle parrocchie per motivi di salute e l’altro, quello che poi è uscito, comunicava con dolore e costernazione il vero motivo delle avvenute dimissioni.

Qui, però, è successo l’imprevisto: una delle due vittime ha accusato direttamente il prete sul suo profilo Facebook (poi oscurato). Il clamore seguito al post ha portato il vescovo, per tutelare il buon nome della diocesi, a fare pubblica ammenda e a rendere noto il processo canonico in corso a carico di don Gabbriellini.

Ora il suo posto è stato prontamente preso da un altro sacerdote, don Lucasz Kostrzewa, arrivato in fretta da Barga, in provincia di Lucca. Don Lucasz, come scrive il parroco di Barga monsignor Stefano Serafini sul Giornale di Barga, sapeva già da mesi, allertato dal vescovo, di dover essere trasferito in un’altra comunità della diocesi, e sabato scorso ha preso immediatamente servizio.

Lo scandalo è però soltanto all’inizio ed è destinato a dare ancora molte preoccupazioni al vescovo di Pisa. Non solo il Servizio diocesano per la tutela dei minori sta verificando la veridicità della segnalazione di un’altra vittima di don Gabbriellini, ma alla Rete l’abuso, associazione dei sopravvissuti agli abusi sessuali del clero, sono arrivati in questi giorni dei messaggi di denuncia a carico di un altro sacerdote della diocesi.

In uno di questi una ex parrocchiana dice di essere stata molestata: «Ho 58 anni e vivo a Pisa. Quando avevo 12 anni, don Paolo (nome di fantasia) mi accompagnò in canonica e si fermò nel corridoio, mi spinse contro il muro e cominciò a palpeggiarmi ovunque. Io ricordo che ero un pezzo di marmo, ma credevo fosse legittimo». «Ho provato a dirlo – continua – ma ho trovato un muro di gomma. Quello che fa più male, a parte l’esperienza in sé, è l’omertà di tutta la comunità parrocchiale, non solo del parroco e dei preti».

È un fatto che don Gabbriellini non sia stato sospeso ad aprile, quando è arrivata la denuncia al Servizio diocesano ed è iniziato il conseguente processo canonico, ma ha continuato a occuparsi delle parrocchie fino alla settimana scorsa. Ha persino celebrato le comunioni dei bambini a maggio, come segnala indignata un’altra fedele che ha scritto alla Rete l’abuso: «Sono arrabbiata e triste perché se la curia sapeva, avrebbe dovuto sospenderlo in attesa delle decisioni del tribunale. Pensare che è questo uomo che ha dato la prima comunione a mio figlio mi fa vomitare».
Sotto il profilo della responsabilità penale, i fatti al vaglio dell’indagine ecclesiastica sono ormai prescritti, ma i due fratelli potrebbero decidere di rivolgersi alla giustizia civile, dove i termini per la prescrizione sono diversi, e chiedere un risarcimento al prete per gli abusi subiti.

Don Luigi Gabbriellini, oltre alla funzione di parroco, ricopriva anche altre mansioni di rilievo nella diocesi, fra cui quella di amministratore parrocchiale della chiesa di san Matteo e vicario episcopale della città di Pisa. Decaduto da tutti gli incarichi, il sacerdote non è al momento reperibile.

https://www.editorialedomani.it/fatti/il-mea-culpa-del-vescovo-di-pisa-sul-prete-accusato-di-pedofilia-lusedken

 


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Federica Tourn

Federica Tourn

Federica Tourn è giornalista professionista; come freelance si è occupata soprattutto di migranti, religioni, diritti umani, mafie, femminismo. Ha scritto reportage da diversi paesi, dalla Siria al Libano, dalla Bosnia all’Ucraina; ha collaborato fra gli altri con DiarioD RepubblicaIl ManifestoLeftRolling StoneVanity FairMarie ClaireFamiglia CristianaPagina99Eastwest, FQ Millennium, Huffington Post UK, Geographical. Insieme ad altre donne, nel 2007 ha pubblicato per l’editrice Claudiana La Parola e le pratiche. Donne protestanti e femminismi e nel 2020 per le edizioni Aut Aut ha scritto Rovesciare il mondo. I movimenti delle donne e la politica. Su Jesus cura le rubriche “Ecumene” e “Le Straniere”. Per Domani dal 2022 si occupa dell’inchiesta sulla violenza nella Chiesa cattolica. Nel 2020 ha vinto la prima edizione del  “Piazza Grande Religion Journalism Award”, organizzato dall’Iarj, l’Associazione internazionale di giornalisti religiosi, e nel 2023 la seconda edizione del Premio Mimmo Cándito-Per un giornalismo a testa alta.

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