Milano, 4 novembre 2022 – Il 95% degli abusi sessuali denunciati dalle vittime non possono neanche sfociare in un processo.
Quando la denuncia arriva ad anni di distanza dagli episodi, come avviene nella maggior parte dei casi di pedofilia nell’ambiente ecclesiastico, la prescrizione del reato «crea un solco insuperabile» nelle aule giudiziarie. «L’offerta da parte della chiesa di un indennizzo di 25mila euro con il vincolo di riservatezza è un meccanismo maledetto – spiega Francesco Zanardi, fondatore dell’associazione Rete L’Abuso – il sacerdote viene lasciato a contatto con i giovani, che diventano altre potenziali vittime».
Una denuncia che arriva dal Coordinamento contro gli abusi nella Chiesa cattolica #ItalyChurchToo che ieri, per la prima volta, ha organizzato un incontro a Milano, in collaborazione con il Municipio 1, dando voce alle vittime per «rompere il silenzio». «Chiediamo che le vittime e le loro famiglie siano ascoltate, accolte e risarcite – si legge nel documento rivolto ai vertici della Chiesa – e che vi facciate promotori dell’eliminazione dei termini di prescrizione per gli abusi.
Chiediamo di estendere anche al clero e al volontariato nella Chiesa l’obbligatorietà del certificato antipedofilia».
Eva, il suicidio e la suora alla sbarra «Siamo andati fino in fondo per lei»
Giovanna Bozzolini torna con la memoria a quando il dramma ha avuto inizio, a un bigliettino scritto dalla figlia, all’epoca minorenne: «Che strano, questa donna mi ha toccato il seno… avrà fatto per sbaglio».
Era il 1998 e la ragazzina, Eva Sacconago, aveva appena conosciuto una suora carismatica che «sembrava aver portato una ventata di aria fresca» in oratorio a Busto Arsizio, nel Varesotto. Da allora ha subito abusi sessuali fino a quando, nel 2011, si è suicidata all’età di 26 anni.
Nessuno ha fermato in tempo Maria Angela Faré, ormai ex suora, che è stata condannata a tre anni e sei mesi di reclusione per violenza sessuale. Il 4 settembre del 2021 la donna è tornata in libertà, «proprio il giorno del com pleanno della nostra piccola Eva».
Giovanna Bozzolini, che ricordo resta di sua figlia?
«Eva era una persona splendida, e quella donna ha approfittato della sua fragilità quando aveva solo 14 anni. Quando ho trovato delle scritte nel diario di mia figlia che non mi sono piaciute sono andata subito a parlare con le superiori della suora, che faceva parte della congregazione delle Figlie di Maria Ausiliatrice».
Che cosa è successo?
«Maria Angela Faré è stata trasferita a Catania, ma da lì continuava a perseguitare mia figlia.
Mandava lettere, bigliettini, foto. Era riuscita ad allontanarla da noi. Poi è tornata in Lombardia, è diventata preside dell’Istituto Maria Ausiliatrice a Cesano Maderno. Eva, anche quando è diventata maggiorenne, era succube di lei. Quando nostra figlia ha deciso di andarsene, quella tragica mattina, hanno cominciato a indagare. Lei aveva lasciato tracce ovunque, come Pollicino, che portavano alla donna che le aveva rovinato la vita. Poi è iniziato il calvario dei processi».
Maria Angela Faré l’anno scorso è tornata in libertà.
«Non sappiamo neanche dove si trova, che cosa fa. Nonostante la sentenza definitiva, da parte sua non abbiamo ricevuto neanche un euro di risarcimento, anche se i soldi sono l’ultimo dei nostri problemi. Noi siamo andati fino in fondo e non ci fermeremo, perché è nostra figlia che lo vuole».
Andrea G
https://www.ilgiorno.it/cronaca/eva-sacconago-mamma-giovann-bozzolini-1.8247708
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