Confermata in Cassazione la pena di tre anni e mezzo alla ex suora Maria Angela Farè
La sentenza è definitiva, le parole, le congetture, le ricostruzioni non servono più.
L’imputata – che è difesa dagli avvocati Fabrizio Busignani e Raffaella Servidio – potrebbe presto finire in carcere perché il reato di cui rispondeva è ricompreso in quelli ostativi, quindi anche se la pena è inferiore a quattro anni non sono previste scappatoie.
Le conclusioni a cui erano giunti i giudici della corte d’appello di Milano – che a loro volta avevano recepito la decisione del tribunale di Busto Arsizio – hanno trovato quindi conferme non più scalfibili. «L’imputata, totalmente priva di alcun senso morale allorquando ha mischiato e piegato il tema religioso a quello amoroso per coinvolgere in un’insana relazione una giovane con carenze affettive, ha certamente esercitato un fascino malevolo e perverso su Eva, al quale lei si è sottratta solo quando ha potuto trovare appoggio e conforto in un’altra figura di riferimento. Indice questo non certo di disturbo della personalità, ma di fragilità emotiva della ragazza».
Eva si suicidò impiccandosi il 22 giugno del 2011 ma «ogni tentativo di ricondurre il gesto estremo della ragazza ai reati commessi dalla religiosa è stato vanificato dalla mancanza di contestazione in tal senso», osservò la corte di secondo grado.
A dicembre del 2015 il collegio giudicante presieduto da Renata Peragallo riconobbe un unico capo di imputazione, quello di violenza sessuale aggravata dall’uso delle manette.
La ex responsabile del centro Primavera di Sant’Edoardo venne assolta dalle accuse di abusi sessuali, violenza privata e stalking.
Alle motivazioni della sentenza arrivata da Roma, che verranno depositate entro i termini di legge, si potrà aggiungere la parola «fine».
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