Il caso di don Giuseppe Rugolo al momento concluso con l’arresto cautelativo del sacerdote, stimola una serie di riflessioni in quanto in un nanosecondo, alla prima occasione vede il più totale flop dell’ultimo motu proprio emesso dal papa, il Vos estis lux mundi.
Un documento che se pur non introducesse regole di rilievo indirizzate alla giustizia civile, ne contiene molte per quanto riguarda la giustizia vaticana e gli obblighi delle gerarchie che nella vicenda ennese materializza come era prevedibile, l’inapplicabilità dello stesso documento.
Vediamo infatti coinvolti nell’insabbiamento – in violazione al Motu proprio – una numerosa serie di vescovi, non solo ennesi, che di fatto hanno violato la stessa legge interna alla quale dovrebbero invece fare riferimento.
Una serie di omissioni infinite che hanno portato alla disperazione la stessa presunta vittima che si è vista chiudere la porta in faccia, scegliendo come ultimo disperato tentativo, quello di scrivere direttamente al papa, che però non gli ha mai risposto.
Certo un quadro niente male “con un motu proprio” che cade a pezzi “in proprio” alla prima occasione a fronte della quale era scontato aspettarsi almeno un intervento – a prova dell’efficacia e dell’onorabilità del Motu proprio – che non è arrivato, anzi, ha amplificato ulteriormente anche i silenzi di papa Francesco e l’incapacità di farsi obbedire dalle sue stesse gerarchie.
Zanardi
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