Leonardo Sandri – il neo vice decano del Collegio Cardinalizio – in quel periodo era il Sostituto alla Segreteria di Stato e il cardinale Angelo Sodano era Segretario di Stato. Sia l’uno che l’altro, per i ruoli che ricoprivano ai vertici, erano a conoscenza delle denunce pesantissime che arrivavano da più parti contro Maciel, prete ricchissimo, influente e assai bene inserito in curia, tanto che riuscì a passare indenne a tutte le richieste che arrivavano persino dall’allora cardinale Ratzinger, all’epoca prefetto alla Congregazione della Dottrina della Fede.
Su questo enorme scandalo i vertici del Vaticano tacquero mentre la stampa internazionale chiedeva con insistenza informazioni su quello che ormai in Messico e negli Stati Uniti stava uscendo sulla condotta di padre Maciel. Agli inizi del 2005 la sala stampa vaticana, all’epoca sotto il totale controllo della Segreteria di Stato, diramò un comunicato per dire che la situazione era sotto controllo. Che, in fondo, erano tutte balle. Nel frattempo i Legionari, giocavano di sponda: «La Santa Sede ha recentemente informato la nostra Congregazione che in questo momento non vi è un processo canonico in corso, né che sarà iniziato, ne’ e’ previsto per il futuro nei confronti di padre Marcial Maciel, fondatore del medesimo Istituto». Solo pochi mesi prima Maciel aveva persino festeggiato il suo sessantesimo anniversario di ordinazione sacerdotale in Vaticano.
A leggere l’affettuoso messaggio d’auguri del Papa al posto di Wojtyla (visto che parlava male per via del Parkinson avanzato) fu proprio Sandri. «La sua vita è stata segnata da una grande fecondià spirituale (..) La affido caro padre Maciel alla celeste protezione della Vergine Maria, madre dei sacerdoti, e con affetto le invio una speciale benedizione».
Le prime denunce contro Maciel arrivarono in Vaticano verso la metà degli anni Novanta. Una delle tante vittime, Alberto Athiè, ha raccontato di avere mandato anche una lettera al cardinale Ratzinger ma di aver ricevuto come risposta un breve messaggio in cui si precisava che «Padre Maciel e’ molto caro al Papa e quindi non e’ conveniente riaprire il caso».
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