NOVARA – Violenza sessuale nei confronti di un ragazzino, da poco maggiorenne, frequentatore della comunità di cui il religioso era una delle guide spirituali. Questa l’accusa per cui Giulio Manera, ex frate cappuccino già responsabile della Comunità di Villa Picco ad Arona, è stato condannato dal tribunale a Verbania a 4 anni e 4 mesi di reclusione. È stato giudicato con rito abbreviato, con lo sconto di un terzo della pena. Il giudice Beatrice Alesci ha stabilito anche una provvisionale di 10 mila euro a titolo di risarcimento del danno per la vittima, che sarà liquidato in sede civile, oltre alle pene accessorie quali l’interdizione dai pubblici uffici e da tutti gli istituti che prevedono contatti con i minori.
Fatti gravi quelli contestati al religioso, oggi ridotto allo stato laicale dopo un procedimento partito qualche anno fa in Kenya, dove era stato destinato quando il gruppo dei frati di Villa Picco era uscito in massa dalla propria congregazione. A denunciarlo era stato un giovane della zona; frequentava la comunità di Arona e in lui il religioso aveva subito visto una persona «debole», da far diventare vittima di «attenzioni» particolari. Il frate era andato oltre: il ragazzo, fra il dicembre del 2014 e il giugno del 2017, aveva subito ripetuti abusi, anche rapporti sessuali completi. La vittima, prima che esplodesse lo scandalo, aveva provato a segnalare il problema alla congregazione ma, poiché nulla si era mosso, si era poi rivolta alla magistratura.
Nel corso delle indagini erano emersi altri due casi, riguardanti ragazzi maggiorenni che avevano dichiarato di aver subito violenze simili: le loro denunce, però, erano state archiviate perché arrivate troppo tardi, al di fuori dei termini previsti dalla legge.
Padre Manera aveva esaurito il suo compito in territorio novarese nel giugno 2016. Da responsabile di Villa Picco aveva aiutato per diverso tempo anche nelle parrocchie di Agrate e Conturbia. Poi, essendo uscito dalla sua comunità per problemi interni, e dovendo scegliere in quale Diocesi incardinarsi, aveva scelto quella africana di Malindi in Kenya, nella missione di Mida dove era già stato nel 2011, come missionario dell’associazione Mischeni na Ukarimu onlus da lui stesso fondata.
Il caso degli abusi venne alla luce proprio quando si trovava in Africa, nell’estate del 2017. Poco dopo è arrivato il congedo per motivi di salute. Infine il procedimento di riduzione allo stato laicale.
Mercoledì Giulio Manera era nelle aule del tribunale. Difeso dall’avvocato Antonello Riccio di Omegna, oggi vive nella zona della Valsesia. Scontato l’appello. Il giovane vittima di abusi era parte civile con l’avvocato Claudio Carlini di Verbania.
https://www.lastampa.it/novara/2019/11/29/news/violento-un-ragazzo-quattro-anni-all-ex-frate-gli-abusi-fra-il-2014-e-il-2017-a-villa-picco-di-arona-1.38026833
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