Il 3 aprile 2013 don Marino Genova, parroco della Chiesa SS. Pietro e Paolo di Portoncannone, in Molise, viene denunciato con l’accusa di abusi sessuali su una ragazzina della sua parrocchia. Lei si chiama Giada Vitale e ha 17 anni: quattro in più di quanti ne aveva quando il prete la portò per la prima volta nella sagrestia della Chiesa. Comincia lì una drammatica storia giudiziaria che vede scontrarsi, da un lato, il sacerdote, dall’altro la vittima riconosciuta tale sono fino alla soglia dei 14 anni. Don Marino, infatti, è stato condannato il primo grado a sei anni di carcere solo per gli episodi avvenuti quando Giada era 13 enne. Da quell’età allora e per i successivi 3 anni, Giada viene ritenuta dai giudici ‘consenziente’ e il fascicolo relativo a quel periodo, archiviato. “Ho realizzato che tutto che stava succedendo era sbagliato quando Don Marino (55 anni) mi ha baciato sulla bocca, è una cosa che fanno le persone innamorate, le persona della stessa età”, ha detto Giada a Fanpage.it. “Oggi soffro di disturbo da stress post traumatico – continua – ma la cosa peggiore è che c’è chi pensa che io abbia voluto tutto questo”.