“Forse in Vaticano si sono resi conto che è inutile continuare a negare, a non collaborare, anche se il comportamento che hanno avuto in passato non potrò mai cancellarlo. Noi questa collaborazione la chiediamo da tanti anni, l’apertura di un’inchiesta interna al Vaticano la chiediamo da molti anni. Io mi auguro che ora ci sia la volontà e soprattutto l’onestà di portare avanti le cose”. Lo sottolinea Pietro Orlandi, fratello di Emanuela scomparsa nel nulla 36anni fa, intervenendo a Radio Cusano Campus a ‘La Storia Oscura’.
“Io – ha osservato Orlandi – finché non vedo il corpo di mia sorella, sento il dovere di cercarla viva, però come sensazione mia, da fratello, sento che c’è qualcosa in più questa volta in merito a quella tomba nel cimitero teutonico vaticano rispetto alle segnalazioni del passato. Ripeto, perché le segnalazioni che abbiamo ricevuto nell’ultimo anno e mezzo, sono tutte interne alla Santa Sede; e non possono non essere arrivate anche ai vertici del Vaticano”.
“Io mi auguro che stavolta ci sia la volontà di fare chiarezza. Forse qualcosa si muove anche grazie alla nostra insistenza legale, grazie all’avvocato Laura Sgrò che non è un avvocato qualunque ma è uno dei pochi avvocati che hanno il patrocinio presso la Santa Sede e ha avuto un ruolo importante nell’inchiesta ‘Vatileaks’. Io mi auguro che ora ci sia la volontà e soprattutto l’onestà di portare avanti le cose. E mi auguro che se anche non si trovasse nulla in quella tomba al cimitero teutonico una volta aperta, non si fermino lì, per capire il perché di quelle segnalazioni che ci sono arrivate: non segnalazioni anonime ma interne al Vaticano e che ci hanno indirizzato su quella tomba. Questa pertanto è già una cosa da chiarire. Ma io spero e penso che le indagini saranno ad ampio raggio, perché noi nell’istanza che abbiamo presentato non abbiamo chiesto solo l’apertura di quella tomba ma abbiamo chiesto anche una serie di indagini legate alle incongruenze che ci sono state in tutti questi anni. Mi riferisco anche alle inchieste fatte dalla magistratura italiana”.