<p style="text-align: justify;"><strong>I Giudici della Corte d'Appello di Campobasso hanno respinto la richiesta di non luogo a procedere fatta dalla difesa a cui si è aggiunto il noto legale già deputato con Forza Italia. Si torna in aula il prossimo 28 febbraio.</strong></p> <p style="text-align: justify;"><strong>Un avvocato di grido per don Marino Genova</strong>, il parroco accusato di atti sessuali con Giada Vitale, ragazza di Portocannone che all’epoca dei fatti aveva appena 13 anni. Si tratta del <strong>legale Carlo Taormina</strong>, noto per essersi occupato di casi eclatanti della cronaca italiana e internazionale, che ha provato a stoppare sul nascere il processo d’appello, senza riuscirci.</p> <p style="text-align: justify;">Si è svolta questa mattina, giovedì <strong>11 ottobre</strong>, in Corte d’Appello a Campobasso<strong>, l’udienza di secondo grado del processo che vede coinvolti l’ex parroco di Portocannone Don Marino Genova e Giada Vitale.</strong> A richiedere una revisione della sentenza del processo sono stati i legali dell’ex parroco, il quale in primo grado era stato <strong>condannato a 6 anni di reclusione per atti sessuali su minore </strong>dai giudici Russo, Di Nino e Testa del Tribunale di Larino.</p> <p style="text-align: justify;">La difesa, questa mattina, si è avvalsa anche dell’esperienza <strong>dell’avvocato Carlo Taormina</strong> che ha affiancato l’avvocato <strong>Ciro Intino</strong>. Carlo Taormina è famoso per essersi occupato, tra gli altri, della <strong>difesa di Anna Maria Franzoni nel delitto di Cogne</strong>, del caso Ustica e dell’eccidio delle Fosse Ardeatine. In passato è stato anche deputato e sottosegretario con Forza Italia.</p> <p style="text-align: justify;">I legali di Marino Genova puntavano di ottenere <strong>il non luogo a procedere in merito alla querela fatta dalla Vitale nel 2013</strong>. Denuncia, secondo gli avvocati, fatta in ritardo rispetto <strong>al periodo nel quale si sono stati consumati i presunti rapporti sessuali, dal 2009 al 2012, quando la vittima non aveva ancora compiuto 14 anni.</strong></p> <p style="text-align: justify;">Una relazione accorata e puntuale nella quale Taormina <strong>ha sollevato un problema di improcedibilità facendo riferimento al fascicolo relativo </strong>alla precedente archiviazione. Ma, così come già successo al Tribunale di Larino durante il processo di primo grado, la richiesta della difesa è stata respinta al termine della camera di consiglio.</p> <p style="text-align: justify;">“Fondamentalmente i giudici – afferma l’avvocato Giuseppe D’Urbano, legale della Vitale – hanno ritenuto valida la denuncia perché unica nonostante il filone processuale fosse stato diviso in due tronconi”. <strong>Il filone relativo agli atti sessuali dai 14 ai 17 anni è stato archiviato</strong>, come aveva chiesto l’ex Pubblico Ministero del caso Luca Venturi e come aveva disposto con ordinanza il giudice Daniele Colucci.</p> <p style="text-align: justify;">Se questa mattina i giudici avessero ritenuto valido il non luogo a procedere come richiesto dall’avvocato Taormina, <strong>l’udienza di secondo grado si sarebbe conclusa oggi</strong>. “Siamo soddisfatti di quanto deciso oggi”, conclude D’Urbano. <strong>Prossima tappa il 28 febbraio 2019 quando tornerà a parlare Giada Vitale, e molto probabilmente sarà emessa anche la sentenza.</strong></p> <p style="text-align: justify;">La sentenza di primo grado <a href="https://www.primonumero.it/2018/01/dopo-il-sesso-con-la-13enne-la-benedizione-responsabile-oltre-ogni-ragionevole-dubbio/27040/amp/" target="_blank" rel="noopener noreferrer">era arrivata il 3 ottobre del 2017</a> secondo la Pm <strong>Ilaria Toncini,</strong> la quale <strong>aveva chiesto e ottenuto 6 anni di reclusione </strong>ai sensi di quanto previsto dal codice penale per il 609 quater, ovvero <strong>il reato di atti sessuali con minorenne</strong>, con l’aggravante che in quel frangente il parroco era anche il tutore di Giada Vitale, che aveva perso il padre e stava attraversando un momento particolarmente difficile della sua esistenza. <strong>“Ha compiuto in occasioni – </strong>hanno motivato i giudici in primo grado<strong> – atti sessuali con Giada Vitale da quando la stessa aveva 13 anni e 10 mesi fino a quando la medesima, il 20 giugno del 2009, compiva 14 anni”.</strong></p> <p style="text-align: justify;">La relazione tra Giada Vitale e il Genova si sarebbe protratta <strong>dal</strong> <strong>2009 fino al 2012, anno in cui la ragazzina, non ancora diciottenne, ha sporto querela</strong>. Ma il processo penale di primo grado è stato incentrato solo sui rapporti sessuali tra il sacerdote e la giovanissima parrocchiana in un mese e mezzo precedente il compimento del quattordicesimo anno di età di Giada. <strong>Il filone relativo agli atti sessuali dai 14 ai 17 anni è stato infatti archiviato</strong>, come aveva chiesto l’ex Pubblico Ministero del caso Luca Venturi e come aveva disposto con ordinanza il giudice Daniele Colucci.</p> https://www.primonumero.it/2018/10/sesso-con-13enne-respinte-le-richieste-della-difesa-si-torna-in-aula-il-prossimo-28-febbraio/1530529577/?utm_source=dlvr.it&utm_medium=facebook