<h3 class="sub-title-ae" style="text-align: justify;"><span class="capitalize"><a title="altri articoli di Ceprano" href="https://www.ciociariaoggi.it/comune/ceprano" target="_blank" rel="noopener noreferrer">Ceprano</a></span> - La difesa sente i primi testi per contestare l’accusa. Il professore ritiene non correttamente diagnosticati i disturbi della presunta vittima</h3> <p style="text-align: justify;"><strong>L'ex parroco di Ceprano don Gianni Bekiaris, accusato di violenza sessuale ai danni di un giovane parrocchiano, all'epoca minorenne, si difende.</strong> Lo fa chiamando a testimoniare il proprio consulente medico, il professor Cristiano Barbieri dell'università di Pavia, nonché alcune persone, tra cui il segretario personale del religioso, che frequentavano sagrestia e parrocchia.</p> <p style="text-align: justify;">L'avvocato Giuseppe Pizzutelli, difensore dell'imputato, ha sentito per primo il consulente che <strong>ha ritenuto impossibile il verificarsi delle violenze tra un adulto e un ragazzino in assenza di lesioni riscontrate da un referto</strong> e di turbamento che poteva essere notato da terzi. Il professor ha contestato, sulla base di dati scientifici, il disturbo della personalità della parte offesa che, a suo dire, non sarebbe stato correttamente diagnosticato per il mancato rispetto dei protocolli previsti. Ha ritenuto poi che tale disturbo sia <strong>incompatibile con lo stato di soggezione psicologica che il ragazzino avrebbe manifestato insieme all'altra patologia</strong>, secondo le altre consulenze. Per Barbieri o c'è l'uno o l'altro. Inoltre, ha contestato l'esistenza di uno stato di soggezione in quanto avrebbe cambiato numero di cellulare per non farsi contattare da don Gianni al quale - secondo la ricostruzione della difesa - avrebbe anche chiesto dei soldi in prestito. Inoltre - ha evidenziato il consulente della difesa - i test attitudinali compiuti nell'anno del militare avrebbero, all'epoca, dovuto rilevare un disturbo della personalità.</p> <p style="text-align: justify;"><strong>Sono stati sentiti poi il segretario personale di don Gianni, l'addetta alle pulizie, il responsabile della Caritas e un coetaneo della parte offesa</strong> che frequentavano la parrocchia tra il 1993 e il 2002. Hanno evidenziato di non aver mai visto don Gianni appartarsi con alcuno e che la cosa era impossibile per l'alto numero di fedeli che si intratteneva in parrocchia e per la presenza costante del segretario. L'altro teste ex chierichetto ha detto di non aver mai notato nulla di strano nel comportamento dell'amico, vittima delle presunte violenze.</p> <p style="text-align: justify;">Sulla deposizione del consulente medico, che ha cercato di smentire i risultati delle consulenze del pubblico ministero e della parte civile, rappresentata dall'avvocato Carla Corsetti, quest'ultima <strong>ha contestato il fatto che il consulente non abbia mai visitato il paziente</strong> e che ha riferito solo sulla base di dati scientifici. <strong>La prima violenza completa</strong> - secondo quanto riferito in una precedente udienza dalla madre della vittima - <strong>si sarebbe consumata a 11 anni</strong>, in occasione di una vacanza in Abruzzo. E in quell'occasione l'imputato avrebbe regalato un quadro che raffigurava un paesaggio della località di montagna dove erano stati, con una dedica che, per anni, i genitori non hanno interpretato. Solo dopo anni il ragazzo ha trovato il coraggio di denunciare, dopo una serie di sedute con un altro sacerdote psicologo e avviare il processo di recupero. <strong>L'udienza è stata aggiornata al 23 ottobre per sentire gli altri testi della difesa</strong>.</p> https://www.ciociariaoggi.it/news/cronaca/66711/don-gianni-accusato-di-abusi-sessuali-il-consulente-violenze-impossibili