Sul mensile del Fatto il sociologo Marco Marzano racconta che cosa accade in un mondo poco accessibile. La storia di Carlo, entrato 14enne e subito vittima di attenzioni, nell’indifferenza di compagni e sacerdoti. Il legame fra la vita in queste “istituzioni totali” e i frequenti scandali sessuali, pedofilia compresa. E la rivoluzione di papa Bergoglio che qui non arriva.
Stanza di un seminario del Nord Italia, pomeriggio d’autunno, subito dopo la ripresa della scuola. Il quattordicenne Carlo e il suo padre spirituale sono sdraiati vicini sul letto, quando il don si alza di scatto e si precipita verso il bagno, in fondo al lungo corridoio del suo appartamento. Dopo qualche istante, Carlo decide di seguirlo, teme che non si senta bene, che possa aver bisogno di aiuto. Quando arriva dinanzi alla porta spalancata del bagno però, lo spettacolo che gli si para davanti non è quello di un adulto che sta male, ma di un uomo in preda a una furiosa eccitazione.
Comincia così una delle tante storie di seminario, sesso e omosessualità repressa raccolte negli anni da Marco Marzano, sociologo dell’università di Bergamo e collaboratore del Fatto Quotidiano, che sul numero di Fq Millennium attualmente in edicola offre uno spaccato inedito su un mondo per lo più inaccessibile. Il seminario, scrive Marzano “è un’istituzione totale che, al pari della caserma o del carcere, ha come obiettivo non la semplice formazione teologica del clero, ché questo potrebbero farlo anche le Università o le facoltà teologiche, ma la costruzione del carattere e dell’identità dei futuri sacerdoti”. Ma è anche un luogo in cui, all’esatto contrario di quanto predicato dalla Chiesa cattolica, i rapporti intimi tra sacerdoti e giovani aspiranti tali sono spesso noti e tollerati: l’“amicizia particolare” fra Carlo e don Mario “è nota a tutti in seminario e suscita non poche gelosie e battutine maliziose tra i compagni. Anche i superiori se ne accorgono, ma nessuno se ne scandalizza, nessuno pensa che sia il caso di intervenire”.
Una questione che in Italia resta sotto silenzio, ma che secondo diverse ricerche internazionali ha un nesso forte con i frequenti scandali a sfondo sessuale, pedofilia compresa. E’ il “sexual underworld”, il sottomondo sessuale dei seminari e della vita clericale in genere, di cui ha scritto lo studioso australiano Barry M. Coldrey. E’ la subcultura clerico-omosessuale, così come l’ha descritta Mary Gail Frawley-O’Dea (il suo libro Atti impuri. La piaga dell’abuso sessuale nella chiesa cattolica è stato pubblicato in Italia da Raffaello Cortina Editore nel 2008). E così via. Una questione che, sottolinea Marzano nel suo ultimo libro La Chiesa Immobile-Francesco e la rivoluzione mancata (Laterza), neanche Papa Bergoglio è riuscito ad affrontare.
Così, scrive il sociologo rievocando le storie raccolte per i suoi studi, “ciascuno può trovare, nel tempo, una sua via: c’è chi decide di avere una doppia vita, un amore segreto e stabile, c’è chi decide di saltabeccare di fiore in fiore cogliendo tutte le opportunità che gli si presentano, c’è anche chi, e non sono pochi, decide di risolvere il problema con una eroica automutilazione della propria sessualità”.
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