Si è concluso con un verdetto di condanna a sei anni di reclusione, così come chiesto dal Pubblico Ministero, il processo penale in primo grado a carico di don Marino Genova. Oggi 3 ottobre dopo due ore di Camera di Consiglio è arrivata la decisione del giudice Russo che ha strappato lacrime di soddisfazione a Giada Vitale, la vittima degli abusi che all’epoca dei fatti non aveva ancora compiuto 14 anni.
Larino. Don Marino Genova, 62 anni, ex parroco di Portocannone, è stato condannato a 6 anni di reclusione per atti sessuali su minorenne.
La vittima degli abusi, che oggi il giudice Russo del tribunale di Larino ha riconoscuro al termine di un processo lungo è pieno di colpi di scena, si chiama Giada Vitale.
Ha 22 anni, ma all’epoca dei fatti non mi aveva ancora compiuti 14. Una età troppo tenera per poter anche lontanamente essere consapevole di quello che le stava accadendo nel momento in cui ha iniziato una relazione con colui che era il suo parroco.
Una relazione che si è protratta dal 2009 fino al 2012, anno in cui la ragazzina, non ancora diciottenne, ha sporto querela. Ma il processo penale di primo grado è stato incentrato solo sui rapporti sessuali tra il sacerdote e la giovanissima parrocchiana in un mese e mezzo precedente il compimento del quattordicesimo anno di età di Giada.
Il filone relativo agli atti sessuali dai 14 ai 17 anni è stato infatti archiviato, come aveva chiesto l’ex Pubblico Ministero del caso Luca Venturi e come aveva disposto con ordinanza il giudice Daniele Colucci.
Oggi 3 ottobre 2017 in aula è stato rischiato il non luogo a procedere perché la difesa di Marino Genova, rappresentata da Ciro Intino, ha sollevato un problema di improcedibilità. Ma dopo la rilettura e la verifica del fascicolo relativo alla precedente archiviazione, e al termine di una doppia camera di consiglio che si è protratta dalle ore 18 alle 20, è arrivato un verdetto che ha incontrato il favore di Giada Vitale e del suo difensore, Giuseppe d’Urbano il quale si è dichiarato soddisfatto per la decisione assunta dal magistrato.
Il sacerdote, che all’epoca dei fatti aveva 55 anni e che oggi vive in una casa di clausura vicino Roma, era stato sospeso a divinis dal tribunale ecclesiastico al termine del processo religioso. Gli è stato impedito cioè di somministrare i sacramenti.
Oggi Don Marino Genova, che nella scorsa e penultima udienza aveva rilasciato delle dichiarazioni spontanee, non era presente in aula.
Il suo difensore al termine della requisitoria che ha preceduto la camera di consiglio ha chiesto la sua assoluzione.
Ma i giudici hanno condannato Don Marino secondo la richiesta avanzata dal Pm Ilaria Toncini, la quale ha chiesto 6 anni di reclusione ai sensi di quanto previsto dal codice penale per il 609 quater, ovvero il reato di atti sessuali con minorenne, con l’aggravante che in quel frangente il parroco era anche il tutore di Giada Vitale, che aveva perso il padre e stava attraversando un momento particolarmente difficile della sua esistenza.
“Sento che è stata fatta giustizia dopo tanti anni di tensioni e patimenti” ha commentato con le lacrime agli occhi la giovane donna, che ora proverà a lasciarsi alle spalle gli abusi subiti. A darle sostegno e ad aspettare fino alla fine la lettura del dispositivo, al quale ora dovranno seguire le motivazioni, le donne della associazione vittime di violenza arrivate da L’Aquila.
Non è escluso invece che Don Marino possa fare ricorso in Appello contro la sentenza di primo grado.
http://www.primonumero.it/attualita/primopiano/articolo.php?id=26110
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