Seconda domanda: “La Conferenza episcopale italiana ha deciso di non denunciare i preti pedofili “per tutelare la privacy delle vittime”. Sei d’accordo?” il 15,04% ha risposto di sì mentre il 84,96% ha risposto che non è per niente d’accordo.
Terza domanda: “In molti Paesi europei le inchieste governative hanno accertato decine di migliaia di casi di violenza sui minori, inchiodando la Chiesa alle proprie responsabilità. Pensi che anche in Italia sarebbe utile una Commissione parlamentare d’inchiesta per fare piena luce sul fenomeno criminale della pedofilia nel clero?”. L’85,75% ritiene che sia utile e solo il 14,25% non la ritiene utile.
Il nostro paese infatti non ha mai quantificato l’entità del fenomeno sul territorio e non ha mai prodotto un dato pubblico ufficiale.
Quarta domanda: “Sai che dal 1985 un articolo di modifica del Concordato impone ai magistrati italiani di informare il vescovo riguardo i “procedimenti penali promossi a carico di ecclesiastici” appartenenti alla sua diocesi? Considerando che, di contro, mai nessun vescovo italiano ha denunciato un caso di violenza su minori, ritieni che il suddetto comma vada eliminato?”. L’82,21% ha risposto sì mentre il 17,79% ritiene che questo articolo debba restare immutato. A tal proposito va ricordato che anche l’ONU nel 2014 chiese al governo italiano di rivedere alcuni articoli del Concordato tra Italia e Santa Sede tra i quali quelli che sollevano i vescovi dall’obbligo della denuncia. Ma il Governo italiano si è guardato bene dal farlo.
Quinta domanda: “Molto spesso chi subisce una violenza da bambino trova la forza di denunciare dopo decenni, quando ormai il reato è prescritto. In Svizzera, il governo ha sospeso per sei mesi la prescrizione dando la possibilità a numerose vittime di denunciare le violenze subite. Pensi che sarebbe utile anche in Italia?”. L’87,95% ha risposto di sì e solo l’12,05% no.
In questi ultimi 15 anni, da quando emersero i primi casi negli Stati Uniti, al di là dei sermoni puntualmente riportati dai media, il Vaticano non ha ancora reso alle vittime nemmeno un risarcimento umano. Tocca dunque allo stato italiano il dovere di tutelare i propri cittadini anziché continuare a rendersi complice di crimini efferati come ha fatto fino ad oggi, rendendo sacrificabile la vita di tanti bambini e adolescenti.
Grazie ad alcuni dei nostri assistiti siamo riusciti ad avere prova di cosa accade durante quelli che la chiesa chiama processi canonici: la vittima è costretta a presentarsi senza il proprio difensore di fiducia, ma paradossalmente, con il consenso della vittima può assistere l’avvocato dell’imputato. Esattamente come è accaduto ai due giornalisti, Emiliano Fittipaldi e Gianluigi Nuzzi.
Durante questi processi, quando è presente la vittima, non lo è l’imputato e viceversa. Entrambi vengono sottoposti separatamente ad un interrogatorio dove vengono acquisite le varie informazioni che riguardano lo specifico caso. La vittima non può portare testimoni a suo favore, può certamente citarli, ma sarà discrezione del tribunale sentirli. Alla vittima non viene rilasciato inoltre nessun verbale e nessun documento nel quale emerga ciò che è stato verbalizzato durante la deposizione”.
Raffaella Mauceri
http://www.ilcorrieredelledonne.com/home/index.php/news/463-un-sondaggio-sulla-pedofilia-boccia-bergoglio
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