Nel marzo del 2014 il quotidiano portoghese Pùblico dava notizia che due sacerdoti italiani che dirigevano un orfanotrofio in Mozambico erano stati indagati con l’accusa di abuso.
A dare il via alle indagini era stato João Paulo Gomes de Oliveira, un veterinario che nel 2010 insegnava nel Centro Polivalente Leão Dehon di Gurue, Mozambico.
In una lettera pervenuta oggi presso la nostra sede di Savona, l’avvocato di don Luciano Cominotti, chiedendo rettifica comunica che la Procura Provinciale di Zambezia in Mozambico ha archiviato “per mancanza di legittimità riscontrata dal pubblico ministero nel proseguire l’azione penale per il crimine di attentato al pudore” nei confronti del suo assistito. Nella missiva si smentisce anche la notizia che il suo assistito sia stato denunciato in Italia, come invece aveva dichiarato João Paulo Gomes de Oliveira.
Nel ribadire l’assoluta estraneità dei fatti imputati al suo assistito fornisce copia del documento ottenuto dalla Procura Provinciale di Zambezia dove si legge; “La informo che, in funzione della sua richiesta di chiarimento sul proscioglimento del procedimento penale instaurato per la denuncia di Joao Paulo Oliveira contro Luciano Cominotti, il pubblico ministero (Procura Provinciale da Zambezia) ha deciso per il non proseguimento del procedimento criminale per mancanza di prove sufficienti a determinare chi siano stati gli autori del crimine di tentato omicidio e furto praticato contro la vittima Joao Paulo Oliveira, da una parte e dall altra per la mancanza di legittimita del Pubblico ministero a continuare con l azione penale per il crimine di attentato al pudore nel quale la vittima è Aires G Muhuo”.
L’Ufficio di Presidenza
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