Al via il processo che vede vittima un sacerdote al centro da anni di fatti delle cronache giudiziarie.
Finisce davanti ad un giudice, per un processo per diffamazione sul web, la video intervista del padre di un bimbo, entrambi al centro di diversi processi – a ruoli invertiti tra imputato e parte offesa del reato in questi anni – contro un sacerdote di Ferrara, 60enne.
La video intervista venne pubblicata sul sito della “Rete nazionale contro l’abuso” e poi fatta girare su YouTube. Da ieri sono sotto processo per diffamazione, davanti al giudice Franco Attinà, il padre del bimbo, uno straniero, e il responsabile del sito (assistiti dagli avvocati Montalto e Grigolato) mentre parte civile si è costituito per il sacerdote l’avvocato Maruzzi.
Il processo ieri mattina, dopo le questioni preliminari è stato aggiornato al 6 dicembre prossimo, dopo l’ampia discussione sulla competenza territoriale del processo. Secondo le difese doveva essere spostato a Savona, dove risiede il responsabile del sito che realizzò l’intervista e dove ha sede l’associazione, ma il giudice ha valutato invece la competenza di Ferrara: argomentazioni sempre più attuali sul dove si debba radicare il reato di diffamazione sul web, poichè è difficile provare il momento e il luogo in cui viene caricato il materiale ritenuto poi diffamatorio. Altro fatto importante del processo riguarda la non ammissione del giudice Attinà della sentenza del processo per molestie sessuali, da cui nacque questa video-intervista, molestie (presunte) a carico del prete sul figlio di uno degli attuali imputati, per cui il sacerdote era stato condannato a Ferrara ma assolto in appello, processo ancora pendente in Cassazione, almeno per i profili civilistici e dunque l’assoluzione non è ancora definitiva.
Per questo motivo – ribadiamo – anche in questo articolo non vengono citati i protagonisti: tanto meno viene fatto il nome del sacerdote, che ricordiamo essere ancora sospeso a divinis dal Vescovo di Ferrara.
Secondo il legale del sacerdote «questo fatto è uno dei tanti tasselli della trama messa in atto dal padre del bimbo per distruggere la reputazione del sacerdote mio assistito, riversando sul web una serie di ignobili falsità, su inesistenti episodi di pedofilia, uno solo dei quali denunciato all’autorità giudiziaria». Il legale si sofferma sulle dichiarazioni fatte nella video-intervista in cui venivano affermati fatti mai segnalati. Per l’unico fatto, invece «il sacerdote è stato assolto con sentenza penale definitiva per insussistenza dei fatti (resta il civile, ndr), vicenda che vede ora il mio assistito, a parti inverse, parte civile per calunnia e di tentata estorsione ove è imputato lo stesso denunciante». E ancora, l’avvcoato Maruzzi: «una persona umana, prima ancora che un sacerdote, che subisce un tale calvario, merita completa e pubblica riabilitazione. E a tale proposito continua la mia personale perplessità sulla davvero poco comprensibile “cautela” da parte della locale Curia sulla vicenda», ha spiegato il legale alludendo alla sospensione a divinis ancora in atto.
http://lanuovaferrara.gelocal.it/ferrara/cronaca/2016/03/02/news/diffamazione-al-prete-sul-web-1.13057997
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