L’estate scorsa avevamo parlato di turismo sessuale femminile, spiegando come anche le donne partano per mete esotiche con l’obiettivo di avere rapporti a pagamento. Avevamo spiegato che questa abitudine sempre più diffusa non le rende in alcun modo diverse dagli uomini.
Ma quest’anno dobbiamo tornare ad affrontare l’argomento quasi esclusivamenet da un punto di vista maschile. Già, perché secondo l’ultimo rapporto di Ecpat Italia (organizzazione che si batte contro lo sfruttamento sessuale dei bambini) salta fuori che gli italiani (per lo più uomini) sono ai primi posti come clienti di bambini fatti prostituire in Paesi del Terzo Mondo.
“Se prima in alcuni Paesi eravamo fra le prime 4-5 nazionalità, oggi siamo i più presenti in molti paesi”, spiegano Ecpat e Fiab che hanno lanciato la campagna che partirà domani in 29 città “Un altro viaggio è possibile”, per chiedere che i mondiali di calcio in Brasile siano a “impatto zero sui bambini”.
“Questa tendenza è molto allarmante”, spiega Marco Scarpati, presidente della sezione italiana dell’organizzazione. “Queste persone non sono pedofili. I pedofili abituali sono il 5 per cento, la maggioranza invece dei turisti sessuali è composta da persone che vanno all’estero per provare un’esperienza trasgressiva”, spiega Scarpati. L’organizzazione ha stimato che nel mondo ogni anno ci sono un milione di turisti sessuali che rivolgono le loro attenzioni a minori tra i 12 e 14 anni, e a volte anche più piccoli. I turisti che si rivolgono alla prostituzione minorile sono un terzo del totale.
A parlare del rapporto è anche il Daily Telegraph, che indica come le mete preferite dai turisti sessuali italiani siano il Kenya, Santo Domingo, la Colombia e il Brasile. Il turismo sessuale e la pornografia sono spesso gestiti da reti criminali internazionali e quindi l’unico modo per combatterli è quello di coordinare le attività della polizia a livello internazionale. Dopo l’Italia i turisti sessuali vengono da Germania, Giappone, Francia, Stati Uniti, Regno Unito e recentemente anche Cina.
Il Kenya è tra i paesi più a rischio: da 10.000 a 15.000 bambine che vivono nelle aree costiere di Malindi, Mombasa, Kalifi e Diani sono coinvolte nella prostituzione occasionale – fino al 30% di tutte le bambine fra i 12 e i 18 anni che vivono in quelle zone. Fra 2.000 o 3.000 bambine e bambini sono inoltre coinvolti nel mercato del sesso a tempo pieno.
Secondo l’identikit del turista che va in cerca di sesso con minori realizzato da Ecpat l’età media si è abbassata (tra i 20 e i 40 anni); possono essere sposati o single, maschi o femmine (anche se la maggioranza sono maschi) stranieri o locali, ricchi o turisti con budget limitato. Possono avere un alto livello socio-economico o provenire da un ambiente svantaggiato. Lo studio distingue i turisti sessuali in tre distinte categorie: quelli occasionali (spesso in quel Paese per lavoro) sono la maggioranza ; poi ci sono i turisti abitudinari che acquistano residenze che abitano in alcuni periodi dell’anno; e i pedofili.
I motivi che inducono un turista sessuale ad andare alla ricerca di sesso da bambini e adolescenti sono diversi: tra questi “l’anonimato e l’impunità”, ma anche la ricerca di nuove esperienze: classico di un “consumismo sessuale”; la discriminazione che sconfina nel razzismo; la difficoltà nello stabilire rapporti paritari con le donne; la falsa credenza che fare sesso con bambini sia a minor rischio Aids”. Secondo stime dell’Organizzazione mondiale del turismo ogni anno almeno 3 milioni di persone partono per viaggi a scopo ‘sessuale’. Un sesto di loro, tra quelli che arrivano in America Latina e nei Caraibi, è a caccia di bambini o adolescenti.
http://27esimaora.corriere.it/articolo/turismo-sessuale-e-prostituzione-minorile-italiani-in-testa-nella-classifica-dei-clienti/
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