SAVONA. Un controllo nell’archivio di Stato di Torino, ma soprattutto la scoperta di una sentenza di condanna per abusi sessuali inflitta dal tribunale di Pinerolo nel 1991. Dopo le denunce presentate da un giovane uruguayano per presunti abusia vvenuti in una casa di Albenga e la conseguente iscrizione nel registro degli indagati, la posizione giudiziaria di don Francesco Zappella, titolare della parrocchia di Sant’Antonio da Padova di Borghetto si aggrava. E in questo caso il procedimento avviato dalla procura di Pinerolo, nel torinese, ha già conosciuto una parola definitiva. Don Zappella è stato infatti condannato ad un anno e due mesi di carcere per abusi sessuali commessi in Piemonte. Ed anche in quel caso l’inchiesta avrebbe evidenziato il vizietto per il sesso orale del prete borghettino. Una deviazione che sarebbe emersa anche nella denuncia presentata dal giovane sud americano al sostituto procuratore della Repubblica Giovanni Battista Ferro, nell’interrogatorio dei mesi scorsi.
L’andamento del processo penale a Pinerolo avrebbe evidenziato però anche altri particolari scabrosi nel comportamento di don Zappella che è stato smascherato nel savonese dalla denuncia dei vertici della Rete L’ABUSO, da tempo impegnata a combattere la pedofilia all’interno della chiesa. C’è quindi una sentenza di un tribunale che incastra don Zappella alle sue responsabilità e soprattutto smentisce le sue dichiarazioni di innocenza (nel caso del giovane urugayo conosciuto nella missione di Trenta s YTres) e di estraneità ad un fenomeno che sembra avere radici profonde e difficile da estirpare in una diocesi tanto chiacchierata. «Vogliono uccidermi e lo stanno facendo, ma io vado a testa alta e dico messa» aveva dichiarato don Zappella a difesa della sua posizione e ricevendo la solidarietà dei parrocchiani. Ma alla luce dei recenti sviluppi dell’inchiesta avviata dalla procura savonese appare scontata l’apertura di un procedimento canonico nei suoi confronti e una possibile sospensione «a divinis» da parte di monsignor Guglielmo Borghetti.
Nonacaso ieri mattina l’alto prelato, chiamato da Papa Francesco a fare pulizia nella diocesi ingauna, è stato convocato a palazzo di giustizia. Ma le sorprese non paiono essere finite. Se la Rete l’Abuso ha denunciato altri 2 preti della missione sudamericana e la denuncia di una presunta seconda vittima di don Zappella, la procura ha proseguito il suo lavoro di indagine. Partita la richiesta da parte degli uomini della polizia giudiziaria di andare a visionare l’Archivio di Stato di Torino per acquisire la documentazione di eventuali procedimenti penali in cui è rimasto coinvolto il prete. E la condanna di Pinerolo è stata una conferma ai sospetti iniziali.
G. CIO IL SECOLO XIX Savona
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