L’accordo extragiudiziale chiude il contenzioso per sempre Le parti hanno sottoscritto un patto di segretezza assoluta
di Mario Bertoldi
BOLZANO. Il caso don Giorgio, il sacerdote bolzanino accusato di aver violentato in parrocchia una bambina, è definitivamente chiuso. A 25 anni dai fatti (che il religioso ha sempre negato) tutte le parti in causa hanno trovato un accordo con definizione extragiudiziale del risarcimento riconosciuto alla famiglia della presunta vittima. Non solo. L’intesa (che ha portato all’abbandono della causa civile per il mancato risarcimento indicato nella sentenza penale di prescrizione del reato) è stata «blindata» con un vincolo assolutamente rigido che nessuna delle parti in causa può permettersi di violare.
L’accordo (che rispetta ovviamente l’interesse di riservatezza di tutte le parti) è stato sottoscritto alla presenza degli avvocati, protagonisti dell’ultimo braccio di ferro legale. Due anni fa gli avvocati Roland Riz (per la Curia) e Kitty De Guelmi (per la Parrocchia di San Pio X) avevano ottenuto la sospensione della provvisoria esecutività della sentenza di primo grado del giudice Andrea Pappalardo che aveva stabilito che Curia e Parrocchia, in solido con don Giorgio, dovessero pagare il risarcimento di 760 mila euro deciso in sede penale. La sospensione della provvisoria esecutività della condanna era stata concessa in vista del processo civile d’appello che però non si è mai concluso in quanto la causa è stata abbandonata a seguito dell’intesa raggiunta in sede extragiudiziale.
Ricordiamo che don Giorgio aveva sempre rigettato ogni richiesta di risarcimento non solo dichiarandosi innocente (al di là della sentenza penale) ma anche dimostrando di non possedere nulla.
Di qui la decisione della presunta parte lesa di coinvolgere Curia e Parrocchia come responsabili civili del comportamento del sacerdote in qualità di «Ministro di culto» (aggravante riconosciuta in via definitiva nella sentenza della Cassazione).
Come detto l’accordo è caratterizzato da un vincolo di segretezza assoluta con pesanti penali previste per chi dovesse violare il patto di riservatezza. Di conseguenza, nessuno parla. Si tratta, di fatto, di un accordo che non riconosce il diritto della collettività ad essere informata su come la vicenda processuale si sia conclusa in sede civile. Questo nell’interesse di tutte le parti posto che l’accordo quasi certamente è stato raggiunto sulla base di un compromesso che potrebbe essere letto in maniera specularmente opposta. In altri termini la presunta parte lesa potrebbe non avere interesse a far sapere di aver accettato di chiudere il caso per una somma inferiore a quella prevista in sentenza. Specularmente Curia e Parrocchia non hanno certo interesse a far sapere di aver comunque pagato una somma (anche se inferiore a quella richiesta) per chiudere una volta per tutte il contenzioso su un caso dal quale si erano sempre dichiarate estranee. Ecco perchè nessuno saprà mai che cosa preveda l’intesa raggiunta. Sotto il profilo logico è comunque evidente che il compromesso sottoscritto non può non aver soddisfatto, almeno in parte, anche le richieste della presunta parte lesa. L’accordo ha previsto anche il ritiro in via definitiva di alcune querele per diffamazione ancora in piedi sempre legate al caso.
http://altoadige.gelocal.it/bolzano/cronaca/2015/07/21/news/caso-don-carli-trovata-l-intesa-per-il-risarcimento-1.11815203
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