Avezzano. Ha scritto a papa Francesco per chiedere il risarcimento da parte della Chiesa nei confronti di una ragazza straniera vittima di molestie da parte dell’ex parroco di Trasacco, don Duilio Testa. Il legale Cesidio Di Salvatore ha inviato la lettera “in nome e per conto dell’assistita per mere ragioni umanitarie e cristiane, affinché sappia dell’esistenza di certe cose, gestite in maniera tutt’altro che cristiana”.
Secondo l’avvocato, nell’aprile del 2010 la ragazza nordafricana madre di una bimba, mentre era ospite nella parrocchia della Basilica do San Cesidio a Trasacco, ha subito atti di violenza sessuale aggravati da parte del parroco a seguito dei quali è stato aperto procedimento penale dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Avezzano, definito con il patteggiamento da parte del sacerdote con oltre un anno di reclusione.
Secondo la difesa, invece, il sacerdote, 40 anni fa, fu colpito da impotenza a causa dei contagi della malaria e delle situazioni climatiche estreme che fu costretto a vivere in Congo, dove era missionario. Nei suoi confronti, però, pende una richiesta di risarcimento di 50mila euro nei confronti della donna straniera. Sempre secondo la difesa, il parroco non avrebbe avuto la possibilità nemmeno di difendersi da queste pesanti accuse. Infatti quando è iniziato il processo civile è stata presentata una eccezione per difetto di contraddittorio. In sostanza, le notifiche arrivavano alla parrocchia di San Cesidio di Trasacco, già lasciata da tempo dal parroco.
Ora il legale della donna straniera ha chiesto al papa di prendere posizione “in questa sconfortante situazione, laddove una ragazza madre straniera, sprovvista di proprie entrate, sola con una figlia minore, è stata completamente abbandonata, senza che nessuno intervenisse in qualche maniera a lenire perlomeno i gravissimi danni soprattutto morali subiti, per giunta costretta ad abbandonare il paese di Trasacco, dove, peraltro, ha dovuto subire, nell’imminenza dei fatti, anche pesanti “ritorsioni”. Il legale interviene anche sulla situazione presbiteriale del sacerdote ed etico-morale del sacerdote quasi 85enne. “Nel contempo”, afferma, “il parroco Don Duilio è stato trasferito dalla Diocesi di Avezzano a quella di Sora e continua a celebrare le messe in un paesino vicino ad Avezzano, ma dipendente, come parrocchia, da un’altra diocesi. Rivolgendosi al Papa, il legale conclude “ripensando al monito, denso di significato per noi cristiani e non, pronunciato da Lei qualche giorno fa in occasione di una visita pastorale: ‘Uccidere in nome di Dio è sacrilegio’. Ci chiediamo come dobbiamo definire commettere la violenza sessuale aggravata su una giovane ragazza madre indifesa? E il fatto che tali gravi e odiosi delitti non siano stati in nessun modo risarciti a tutt’oggi, come dobbiamo configurarlo?”. Don Duilio Testa, attualmente è parroco a Pescocanale.
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