Da una città del Veneto, l’adolescente aveva raggiunto di nascosto dai genitori la canonica di Casalborsetti per essere ospitato dal sacerdote: a trovarlo e a riconsegnarlo alla madre erano stati i Servizi sociali
CASALBORSETTI – Era accaduto qualche mese fa. La denuncia della scomparsa di un ragazzino da parte dei genitori era arrivata da una provincia del Veneto (finora mai emersa) a Ravenna. I Servizi sociali del comune bizantino lo avevano rintracciato proprio a Casalborsetti. Dove? Affidato a Don Giovanni Desio. Quando di preciso non è dato saperlo trattandosi di un caso che riguarda un minorenne. Fatto sta che nei registri dell’Asp (l’azienda servizi alla persona) quell’intervento ‘a lieto fine’ lascia spazio ora a un inquietante interrogativo che potrebbe portare a nuovi approfondimenti. In quei giorni erano stati interessati gli operatori ravennati, i quali avevano provveduto a contattare la madre dell’adolescente per dirle che il figlio si trovava al sicuro. D’altra parte agli occhi dei più il parroco 52enne d’origine milanese non era altro che il sacerdote che da 13 anni guidava la comunità rivierasca; eccentrico e insolito, certo, ma non per questo sospetto. E così gli assistenti sociali avevano seguito la procedura. Avevano allertato la famiglia del ragazzino. La madre era quindi scesa a Casalborsetti per riprendersi il ragazzo. E l’ ‘avvenuta consegna’ era stata opportunamente registrata.
La vicenda si era chiusa lì. Insospettabile, o quasi, almeno prima del 3 marzo, quando le indagini della squadra Mobile hanno iniziato a tenere d’occhio abitudini e conversazioni del don con alcuni ragazzini, passando al pettine gli sms e i messaggi di WhatsApp con riferimenti troppo espliciti per essere equivocati. Quel che è successo poi – le intercettazioni finite nel fascicolo aperto dal pm Isabella Cavallari, l’arresto con l’ordinanza del gip Rossella Materia, e le verifiche tuttora in corso degli inquirenti per fare luce sul passato del parroco – è ormai affidato alle pagine della cronaca. E alla luce delle intercettazioni emerse sulla stampa, in questi giorni non sono mancate le segnalazioni in questura da parte di genitori preoccupati, interessati a riferire dettagli rimasti nascosti o a chiarire eventuali dubbi. Anche perchè le indagini, come noto, valicano i confini ravennati. Oltre a Milano, città natale del sacerdote, e a Bergamo, da dove per Pasqua sarebbe dovuto arrivare l’adolescente poi finito nelle intercettazioni, emerge ora la città veneta dove presto potrebbero recarsi gli agenti ravennati per ascoltare il giovane. Una località tra l’altro interessata da una nota rassegna cinematografica, tra le passioni di Don Desio.
Proprio cinema e viaggi (il parroco era stato invitato come giurato al festival argentino di Mar del Plata) potrebbero spiegare l’eterogeneo bacino di conoscenze coltivate da un personaggio non certo convenzionale. Nella canonica, ancora sotto sequestro, i prossimi sopralluoghi del magistrato e della polizia Scientifica esamineranno le innumerevoli videocassette e dvd catalogate alle pareti. Sono già stati sequestrati computer, telefonini, IPad, ma anche palloni, giochi, regali che ora vengono visti sotto una luce diversa. Come quella fuga di casa di qualche mese fa, finita a centinaia di chilometri nella piccola Casalborsetti.
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