“Ma perché un prete di Milano lo spediscono a Ravenna? Anche questa cosa dovrebbe spiegarci il vescovo. Per capire se si tratti del solito spostamento di soggetto “problematico”
Si è chiuso nel silenzio, in attesa di essere condotto in carcere, don Giovanni Desio, il parroco di Casalborsetti accusato di atti sessuali con minorenni secondo l’articolo 609 quater 1° comma numero 2 del codice penale. Gli agenti della Polizia si sono presentati questa mattina nei locali della parrocchia della località ed hanno anche sequestrato vario materiale. L’avvocato Enrico Maria Saviotti è stato nominato difensore di fiducia dal religioso ed ha raggiunto don Desio non molto tempo dopo l’arrivo della Polizia. Oggi il pomeriggio in Questura; lunedi è previsto l’interrogatorio di garanzia, verrà chiesta quantomeno una misura più attenuata. Dal canto suo il gip ha ritenuto che la condotta del sacerdote “poteva essere contrastata solo attraverso la misura estrema di cautela”. Intanto, l’arcivescovo di Ravenna-Cervia, mons. Lorenzo Ghizzoni, in una nota ufficiale, si dice “sconcertato per la notizia relativa a Don Giovanni Desio, accusato di abusi sessuali nei riguardi di minorenni”, ed “esprime sincera vicinanza alle vittime e alle famiglie di quanti risultassero avere subito violenza”. Nel contempo mons. Ghizzoni, “nutre piena fiducia nella magistratura al fine di un sollecito chiarimento dei fatti realmente accaduti, mentre conferma la totale disponibilità a collaborare con gli inquirenti per ogni fine di giustizia. Infine invita tutta la comunità cristiana a un momento di preghiera per affrontare insieme lo sconcerto e il dolore per un così grave scandalo”. Questa mattina la notizia dell’arresto è stata ufficializzata durante una conferenza stampa alla quale erano presenti il questore Mario Mondelli, il procuratore capo Alessandro Mancini e il capo della Squadra Mobile, vicequestore Nicola Gallo. Anche il sindaco Fabrizo Matteucci ha commentato la vicenda, dicendo tra l’altro che “oggi il cuore di Ravenna sanguina. Una carezza ai nostri bambini”. Matteucci chiede inoltre “verità e giustizia”.
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