Abusi sessuali in canonica, prete condannato a tre anni e mezzo
– Avrebbe abusato di un ragazzo marocchino di 29 anni all’interno della propria parrocchia e don Quintino De Lorenzis, 37enne originario di Casarano, ex parroco della parrocchia di San Gerardo Majella di Nardò, è stato condannato in primo grado a tre anni e mezzo di reclusione dai giudici della prima sezione penale (Presidente Stefano Sernia, a latere Silvia Minerva e Maddalena Torelli).
Un verdetto per certi veri inatteso perché alcune ore prima il pubblico ministero Antonio Negro aveva invece chiesto l’assoluzione con formula piena per De Lorenzis perché non si erano raccolte le necessarie prove che potessero configurare il reato di violenza sessuale. Il prete, nel frattempo, sospeso dalla Curia e rimosso dal suo incarico, è stato interdetto in perpetuo dal proprio incarico e dovrà anche risarcire la parte civile in solido con il vescovo con 20 mila euro.“Siccome tutti quanti si sono schierati a favore del parroco e non della vittima”, ha dichiarato il legale di parte civile Salvatore Centonze, “mi spetterei almeno dalle Istituzioni che arrivassero delle accorate scuse nei confronti del ragazzo”.
Sul fronte “opposto”, l’avvocato dell’imputato Giuseppe Bonsegna, ha già annunciato di voler appellare la sentenza in attesa che vengano depositate le motivazioni attese entro i prossimi 90 giorni. i giudici hanno abnche rimandato gli atti al pubblico ministero per valutare la posizione di un sacrestano le cui dichiarazioni rese in aula sono state ritenute evidentemente inattendibili.
La presunta vittima denunciò di aver subito gli abusi nella sacrestia nell’ottobre di due anni fa. Ai rappresentati della Chiesa, il giovane si era rivolto appena giunto nel salento da clandestino ma nella canonica il prete si sarebbe trasformato nel suo molestatore. De Lorenzis avrebbe avvicinato il giovane mentre il 29enne si spogliava e avrebbe incominciato a toccarlo e subito dopo la chiusura delle indagini a firma del sostituto procuratore Stefania Mininni, l’allora gup Nicola Lariccia dispose il rinvio a giudizio del parroco.
Nel corso dell’istruttoria dibattimentale, poi, sono stati ascoltatoi diversi testimoni e nell’ultima udienza sono state anache ascoltate alcune registrazioni di telefonate grazie ad una consulenza effettuata dall’ingegnere informatico Luigina Quarta intercorse tra il giovane marocchino e il sacerdote in cui il prelato chiedeva al 29enne informazioni sulle sue abitudini sessuali e a raggiungerlo in canonica a tarda ora.
FRANCESCO OLIVA
www.corrieresalentino.it/2014/01/ab…e-anni-e-mezzo/
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