SYDNEY – “Le testimonianze che stiamo ascoltando saranno uno shock per molti”. Poche parole, quelle di Peter McClellan, presidente della Commissione reale sugli abusi sessuali sui minori in Australia, sufficienti a descrivere il clima di attesa nell’opinione pubblica per quella che potrebbe essere un’inchiesta senza precedenti nella storia australiana. E avere l’effetto di uno tsunami sulle comunità e le istituzioni religiose e non religiose del Paese, dagli orfanotrofi alle scuole, dagli Scout fino ai servizi di assistenza sociale per i figli dei cacciatori arborigeni.
I numeri sono impressionanti: almeno 4.300 i bambini coinvolti, in un arco temporale lungo decenni, ma nei prossimi mesi l’inchiesta potrebbe addirittura ingigantirsi nel caso altre vittime decidano di denunciare gli abusi del passato. A far scattare le indagini lo scorso novembre era stata una serie di scandali sessuali sui minori, con numerosi preti indagati, e l’accusa di un alto funzionario della polizia rivolta alla Chiesa Cattolica di cercare di insabbiare le indagini sugli abusi. Da ieri pomeriggio la Commissione creata dall’ex premier laburista Julia Gillard ha aperto l’udienza pubblica dei testimoni.
E quelle che sono tornate alla luce sono storie agghiaccianti: “Centinaia di vittime hanno sofferto abusi da piccoli e nel corso della loro vita hanno avuto bisogno di costante cura psicologica per limitare i danni: alcuni hanno persino tentato il suicidio”, ha raccontato il capo della Commissione d’inchiesta. Anche perché, spesso, negli orfanotrofi e nei collegi la pedofilia si accompagnava a “incredibili livelli di violenza fisica inflitta ai bambini da adulti che avrebbero dovuto occuparsi del loro futuro”.
Adesso la speranza è quella di un effetto domino: “E’ risaputo che il problema della pedofilia è diffuso nella comunità australiana, ma ancora è presto per stabilire quali siano gli attori coinvolti e le loro responsabilità”, ha ammesso McClellan. Infatti, sotto gli occhi della Commissione non c’è solo la Chiesa Cattolica, ma anche alcune organizzazioni non governative.
Nella prima udienza, dopo aver ascoltato più di quattrocento testimoni, sono state raccolte prove contro gli Scout, il servizio per i figli dei cacciatori arborigeni e la residenza per bambini della Ymca di Grafton. Nella prossima udienza, invece, sarà discusso il ruolo della Chiesa Cattolica nelle procedure di sanzione avviate in seguito alle denunce di abusi. Il sospetto è che in molti casi siano state quanto meno poco zelanti. La gravità della situazione era infatti a conoscenza delle alte gerarchie ecclesiastiche.
A settembre la Chiesa Cattolica dello stato di Victoria aveva confermato che più di 600 bambini avevano subito abusi sessuali dai preti fin dagli anni Trenta. E durante la visita in Australia nel liglio del 2008, Papa Benedetto XVI aveva incontrato alcune vittime e si era scusato in pubblico accusando i preti pedofili.