Preti gay. Patrizio Poggi, 47 anni, il sacerdote calunniatore di nove suoi colleghi e tre laici, è andato in galera, ma dalle indagini dei carabinieri del Nucleo investigativo di via In Selci è saltato fuori un sottobosco di tonache e sesso, di ragazzi stranieri che si prostituiscono a ecclesiastici della Diocesi di Roma, che la notte vanno in giro a pagare incontri proibiti. Il gip Aldo Morgigni, che ha firmato le nove pagine di ordinanza, spiega che non si tratta di «fatti illeciti». Sono abitudini sessuali, usando il linguaggio caro ai chierici, si dovrebbe dire «disordine». Ma il vizio pare sia esteso, una verità che tempo addietro, in udienza privata, Papa Francesco ha definito in termini preoccupati parlando di «lobby gay» all’interno della Chiesa.
Il retroscena lo spiega il Gip: «Dalle relazioni della polizia giudiziaria susseguitesi nel corso delle indagini… emergeva così la presenza effettiva di un numero elevato di giovani di nazionalità straniera (romeni e moldavi, ndr ) che si prostituivano principalmente in favore di ecclesiastici che svolgevano il loro ministero nel territorio della diocesi di Roma».
Scene usate da Poggi per altri scopi. Infatti, «mentre risultava solo il coinvolgimento di ecclesiastici in relazioni omosessuali prive di rilievo penale, si evidenziava anche che il Poggi agiva, dichiaratamente, allo scopo di procurarsi elementi per un eventuale giudizio di revisione della condanna definitiva inflittagli da questo Tribunale e per la revoca del provvedimento canonico di restituzione allo stato laicale, volendo egli dimostrare che tale condanna derivava da una imprecisata macchinazione ordita ai suoi danni da parte di altri ecclesiastici dediti alla frequentazione di giovani prostituti, il tutto allo scopo di evitare che proseguissero le indagini con accertamenti ulteriori del coinvolgimento di altri ministri cattolici di elevato rango».
A parte i proposti calunniosi del sacerdote, accusato di propalare false accuse accompagnate da un comportamento grave e pericoloso, il caso Poggi ha puntato i riflettori sullo scandalo, i preti gay non pagherebbero solo gli incontri con ragazzi stranieri, all’esterno di discoteche e centri benessere. È venuto alla luce che sulla Rete gira un sito gay aperto da religiosi, dove scambiano messaggi e si dànno appuntamento. Uno dei più gettonati (e una volta segreto) sarebbe in una libreria del centro della Capitale. I sacerdoti interessati lo avrebbero scelto tra la mete proibite per i suoi particolari bagni. Se il wc è occupato il passaggio viene automaticamente sbarrato. Una sorta di chiusura di sicurezza che metterebbe frequentatori al riparo da eventuali impreviste e imbarazzanti visite degli altri clienti.
Fabio Di Chio
http://www.iltempo.it/roma-capitale/cronaca/2013/06/30/il-giudice-svela-gli-incontri-proibiti-dei-preti-1.1152284
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