Il giudice del processo per bancarotta ordina la pubblicazione in Rete oltre 6mila pagine in cui si snodano le vicende dei 42 sacerdoti accusati di abusi su minori.
Sbatti il prete pedofilo in prima pagina. Anzi, in homepage. Il Vaticano procede a colpi ditrasparenza e spinge le sue sedi locali a fare altrettanto. Le mosse di papa Francesco cercano di arginare i tanti, troppi scandali che continuano ad attraversare l’universo cattolico. Leggi alla voce Ior. Anche per questo – ma come esito di un’ordinanza del giudice, a dire il vero – l’ arcidiocesi di Milwaukee, nel Wisconsin, ha reso pubblici ieri migliaia di documenti legati allo scandalo degli abusi sessuali commessi dai propri preti sui minori nel corso degli ultimi decenni. Sono disponibili sul sito ufficiale dell’arcidiocesi. Una sorta di VatiLeaks fai-da-te.
Abusi sessuali di cui sono cominciate a fioccare denunce nei primi anni Duemila e che s’intrecciano astrani movimenti finanziari. Per esempio, fra i file – oltre 6mila pagine – spuntano fuori anche quelli relativi al cardinale Timothy Dolan, al momento arcivescovo di New York e presidente della Conferenza episcopale americana ma fra 2002 e 2009, all’epoca di alcuni dei fatti contestati, nella stessa posizione proprio a Milwaukee. Pare che abbia spostato quasi 57 milioni di dollari in un fondo fiduciario per la manutenzione dei cimiteri spingendo di fatto la sua sede verso la bancarotta. Per Jeff Anderson, avvocato di 500 vittime di abusi, Dolan avrebbe messo al sicuro quei soldi per evitare eventuali problemi e questioni legali. Non a caso, nel 2011 l’arcidiocesi ha dichiarato fallimento, come altre sette sedi nel resto degli Usa, bloccando di fatto ogni risarcimento. In una lettera datata 2007, lo stesso capo dell’arcidiocesi chiese al Vaticano il permesso di spostare quel denaro, per fornire “ una maggioreprotezione di questi fondi da ogni rivendicazione e responsabilità legale”. Permesso accordato un mese dopo.
Un resoconto impietoso dei passaggi oscuri dell’ arcidiocesi statunitense i cui vertici degli ultimi vent’anni sono accusati di aver spostato preti altrove (è il caso di Daniel Budzynski o di Raymond Adamsky) e aver appunto messo al sicuro più fondi possibili, preferendo sfasciare i conti e affidarsi al famoso Chapter 11 della legge fallimentare a stelle e strisce piuttosto che lasciare denaro a disposizione di eventuali condanne di risarcimento. I fatti ruotano intorno alle vicende che riguardano ad esempio uno dei più noti preti pedofili statunitensi, il reverendo Lawrence Murphy, sospettato di aver abusato di 200 ragazzi in 25 anni d’insegnamento alla Scuola di San Giovanni per sordi di San Francis in Wisconsin. Ma anche il suo collega Sigfried Widera, sotto processo per 42 capi d’imputazione per pedofilia sia in Wisconsin che in California. Per la cronaca, entrambi sono morti.
Dati, quelli rilasciati ieri e valutati con un certo sollievo da parte di vittime e loro legali, che arrivano fino a ottant’anni fa e includono fascicoli personali di 42 sacerdoti accusati di soprusi su bambini. Ma non mancano deposizioni legali (dello stesso Dolan, in un altro ex arcivescovo, Rembert Weakland, e di un vescovo ausiliare in pensione, Richard J. Sklba) e, a quanto pare, una valutazione su tutte: Dolan avrebbe tentato in ogni modo di sopire gli scandali spingendo i sacerdoti accusati a lasciare l’abito in cambio di soldi ed evitando accuratamente di dare seguito alle indicazioni che arrivavano da San Pietro, tuttavia anche quelle piuttosto lente. È il caso delle dimissioni del reverendo John O’Brien, spinto a dimettersi in cambio di alcune decine di migliaia di dollari. C’è anche da dire che fra i dati figurano alcune lettere, firmate dall’ex arcivescovo, nel quale egli chiede al Vaticano, quasi in un sussulto di indignazione, pene più severe per i preti accusati di pedofilia. Insomma, un atteggiamento altalenante portato alla luce dalla clamorosa quantità di numeri e informazioni.
http://daily.wired.it/news/internet/2013/07/02/pedofilia-chiesa-dati-milwaukee-462782.html
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