Città del Vaticano; giace da 5 giorni alle Poste Vaticane la lettera inviata a Papa Francesco.
Solo belle parole quelle di Papa Francesco per risanare l’indiscutibile crollo della Chiesa Romana, o esiste anche la volontà di concretizzare le sue dichiarazioni pubbliche?
Questa è la domanda che in molti cominciano a farsi nelle ultime ore. Per l’esattezza, in data 2 luglio 2013 se lo chiedono almeno 7500 persone, quelle che credendo ancora nelle parole di Papa, hanno firmato una petizione su www.change.org/Francesco nella quale non chiedono nulla di speciale, ma solo che Papa Francesco sia coerente con una delle tante promesse, che di sua spontanea volontà ha fatto durante il suo breve pontificato.
Migliaia di italiani, sono stati vittime negli ultimi decenni delle attenzioni perverse dei preti pedofili. Nel marzo scorso le varie Conferenze Episcopali in tutto il mondo hanno divulgato nuove linee guida contro la pedofilia, purtroppo però quella italiana, la CEI, presieduta dal Cardinale Angelo Bagnasco è stata l’unica dove sostanzialmente le linee guida sono rimaste invariate, cioè non prevedono ancora oggi, alcun obbligo di denuncia da parte dei Vescovi, non prevedono alcun sostegno alle vittime e neppure alcun risarcimento, in sostanza si promette una collaborazione con la magistratura, promessa non nuova ma mai applicata che comunque resta a discrezione dei Vescovi.
Le recenti inchieste giornalistiche come “Orge gay con minorenni” Inchiesta su dossier e ricatti in Vaticano, apparsa sulle pagine del Fatto Quotidiano il 13 giugno scorso e poi approfondita dallo speciale di Michele Santoro nella puntata Gialloin Vaticano di Servizio Pubblico su LA7, non solo non hanno ricevuto commenti da parte della Santa Sede, ma neppure smentite. Nulla a che fare con un’altra inchiesta, quella avviata da don Patrizio Poggi e controfirmata da Monsignor Luca Lorusso, “a nostro avviso una vera e propria bufala” studiata a dock per spostare l’attenzione prima, dall’interno del Vaticano e poi con l’arresto di Poggi, farla diventare agli occhi del pubblico, un tentativo di vendetta da parte del sacerdote, sospeso in precedenza a divinis dopo una condanna per pedofilia.
Tornando a noi e ai più di 7500 firmatari della petizioneavviata su Change.org, il 24 giugno Rete L’ABUSO, autrice dell’inchiesta che coinvolgerebbe alti prelati della Santa Sede ha colto l’appello di Papa Francesco “andate controcorrente” e ha inviato una letteraraccomandata al Papa, per non correre il rischio che la Segreteria di Stato Vaticana “smarrisse” la lettera, ha inviato anche un telegramma, diretto proprio al Papa e contenente il numero di tracciabilità della lettera. Il telegramma (come potete vedere nella foto) risulta regolarmente consegnato e ricevuto dal Papa o al massimo da un suo delegato, mentre la raccomandata al momento risulta in giacenza presso le poste, non quelle italiane, le quali la hanno consegnata il 27 di giugno a quelle vaticane, ma giace da 5 giorni a poche decine di metri dal Portone di Bronzo, senza che nessuno la ritiri. Naturalmente non vogliamo pensare e neppure insinuare che Papa Francesco sia in malafede, certo che il mancato ritiro del testo a lui inviato sta sollevando parecchie polemiche e anche una certa delusione, soprattutto da parte dei credenti che hanno preso molto sul serio gli appelli del pontefice e confidano che questi si concretizzino e non restino solamente belle parole. Da qualche giorno, molte persone ci scrivono sia per mail che sulla piattaforma di Change.org per avere notizie sul ritiro della lettera, ma per ora ancora nulla. Pubblichiamo quindi il numero dalla raccomandata (145990903759) in modo tale che chiunque possa controllare dal sito delle Poste Italiane l’avvenuto ritiro, evitando così l’ingente numero di richieste che arrivano a Rete L’abuso.
Il portavoce di Rete L’abuso
Correlati
Scopri di più da Rete L'ABUSO
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.