Comunicato stampa.
08/05/12 ore 13,40
Una sentenza storica quella nei confronti Dante Lafranconi, per la prima volta in Italia la magistratura savonese argomenta con ben 6 pagine di ordinanza i crimini dei preti pedofili savonesi e dei vescovi che li hanno coperti come Dante Lafranconi che non solo ha permesso, ma anche alimentato, le perversioni sessuali di almeno due sacerdoti pedofili, non curandosi minimamente della salute dei minori affidati alle cure del clero, curandosi solamente che questi preti criminali potessero continuare a fare i preti.
L’unico obbiettivo, quello di non infangare quella che è la chiesa, una multinazionale in nome di Dio. Anche in Italia arriva grazie a questa ordinanza storica, la prima nel nostro paese , forse la soluzione per evitare che la chiesa cattolica continui a proteggere, nascondere e difendere dei deviati mentali.
È triste dirlo, ma la chiesa a partire dal Papa, dal presidente della CEI e via dicendo, ha dimostrato il più totale disinteresse anche nel limitare i casi di pedofilia, malgrado questa sentenza, il vescovo di Savona continua a lasciare altri preti pedofili a contatto con i minori, il motivo? Sono reati prescritti e quindi la magistratura non può procedere.
Ma la pedofilia è una grave devianza della personalità, non si prescrive e non si cura, anzi peggiora con l’avanzare dell’età, quindi con più attenzione ma questi pervertiti in abito talare continueranno nella loro opera.
Mettere mano al portafogli della chiesa pare l’unico strumento che possa far sì che questa intervenga. I corsi antipedofilia della Diocesi di Savona confermano in pieno questo disegno, in realtà la chiesa con quei corsi tutela solo se stessa, non attua alcun provvedimento preventivo o di soccorso nei confronti delle decine di vittime che ha seminato in questi ultimi 32 anni, nessuna assunzione di responsabilità, malgrado ciò che è emerso.
Vi lascio alla lettura del decreto di archiviazione del giudice, è palesemente chiara la grave responsabilità del Lafranconi, ma non procedibile causa prescrizione, a mio avviso sono doverose le dimissioni del presule. Da notare anche, che la prescrizione non avrebbe avuto effetto se Lafranconi avesse voluto uscire con chiarezza da questo vergognoso scandalo, avrebbe potuto chiedere al GIP di proseguire fino alla sentenza, ma i troppi scheletri nell’armadio non glielo hanno permesso.
L’attuale Vescovo di Savona Vittorio Lupi ha sempre sostenuto l’estraneità ai fatti della Diocesi di cui è a capo, malgrado la documentazione ritrovata dagli investigatori nella sua cassaforte. La magistratura, invece conferma tutte le responsabilità. Come portavoce delle vittime savonesi chiedo che la Diocesi di Savona intervenga al più presto e a proprie spese nel soccorrere le vittime, molte già ben note alla curia. Credo che questa assunzione di responsabilità sia il minimo che la chiesa si debba assumere anche in virtù delle responsabilità educative che ha nei confronti dei milioni di minori che frequentano il clero e le sue attività, anziché infangare le vittime, i testimoni e spesso anche la magistratura.
L’Ufficio di Presidenza
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