Don Seppia, niente abusi a Recco gli ex ragazzi scagionano il prete
Il filone d’inchiesta aperta dopo la denuncia di don Pier Carlo Casassa
di GIUSEPPE FILETTO
Don Seppia, niente abusi a Recco gli ex ragazzi scagionano il prete
SCAGIONATO da una dozzina di ex parrocchiani, uomini tra i 30 ed i 35 anni, nell’86 però ragazzini che frequentavano la chiesa di Recco. Don Riccardo Seppia, il parroco accusato di pedofilia, violenza sessuale, induzione alla prostituzione minorile e cessione di droga quando era in servizio a Sestri, invece non avrebbe molestato alcuno di quei bambini di Recco.
La verità emerge dagli interrogatori compiuti dai carabinieri del Nas di Milano, titolari dell’inchiesta che lo scorso maggio ha portato don Seppia in carcere per i fatti riguardanti la chiesa di Santo Spirito di Sestri Ponente. Gli uomini dell’Arma e il pm Stefano Puppo hanno aperto un fronte di indagine parallelo, basato sulle denunce fatte da don Pier Carlo Casassa, ex parroco di Recco. Che all’indomani dello scandalo ricordò che nell’86 don Riccardo era suo vice nella chiesa San Giovanni Battista, e ancora oggi sostiene di aver segnalato alla Curia gli inusuali comportamenti del suo curato: «Ricordo che dopo una gita al mare con i bambini effettuata dal Seppia, molti ragazzi mi manifestarono la volontà di non voler più andare in gita con don Riccardo». Molti di quei bambini si erano allontanati dalla parrocchia.
Con ogni probabilità il sacerdote (da un paio d’anni in pensione) e Bernardina Masia (Dina), la sua “perpetua” hanno ricordato nomi e cognomi. I carabinieri hanno rintracciato e chiamato a testimoniare i bambini di allora, ma nessuno di loro, oggi adulti, ha confermato i “sospetti” di don Casassa: nessun comportamento anomalo dell’allora vice parroco.
Lo stralcio d’indagine si smorza, e le attenzioni degli investigatori tornano sulla vicenda principale, che ruota attorno alla chiesa di Sestri Ponente. Il chierichetto di 15 anni, davanti al gip Annalisa Giacalone, ha confermato le sue deposizioni, prima rese ai carabinieri durante le indagini, poi al pm Puppo: per due volte Riccardo Seppia lo avrebbe toccato. La prima, in sacrestia, quando l’ha abbracciato da dietro e si è sentito premere sui glutei; la seconda, in parrocchia, mentre si stava confessando, quando il sacerdote gli ha accarezzato una gamba. Il ragazzo ha confermato anche di aver ricevuto alcuni sms di “significato esplicito”.
L’incidente probatorio, durato quasi due ore e tenuto a Palazzo di Giustizia nella stanza riservata agli interrogatori dei minori, si è reso necessario per cristallizzare la deposizione della giovane vittima. Don Seppia (in carcere a Sanremo) e il suo amico-amante, Emanuele Alfano (prima in cella a Marassi, ora per motivi di salute trasferito nel reparto detenuti dell’ospedale San Martino) però hanno rinunciato ad assistere.
(26 luglio 2011)
http://genova.repubblica.it/cronaca/2011/0…prete-19661190/
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