lunedì 28 Aprile 2025

Si chiama “Spotlight on Italian survivors

il MANIFESTO di pubblica denuncia dei sopravvissuti italiani

quel “faro” mancato in Europa solo dall’Italia, oggi l’unico paese membro dell’Unione Europea a non aver esercitato alcuna azione di tutela e prevenzione verso i minori o i cittadini vittima di abusi sessuali in età minorile, non solo nel contesto del clero…

Uno “Spotlight” in Italia mancato soprattutto dalla grande informazione che in materia non ha di certo brillato anzi, è stata incapace persino di una semplice inchiesta giornalistica sul tema.

Così ci siamo organizzati noi sopravvissuti, ancora una volta nell’assordante silenzio che in Italia riecheggia puntuale sul tema della pedofilia.

Spotlight on Italian survivors” è il primo ed il più grande database al mondo che raccoglie, traccia e monitora gli abusi sessuali del clero e lo fa in una forma che tende a dare a colpo d’occhio, la vastità del problema italiano.

Lo fa soprattutto con numeri e grafici, espressione molto diretta e al tempo stesso quantificante del fenomeno.

Questo sistema database chiamato “iCODIS”, non solo produce dati in tempo reale ma li quantifica per ogni regione italiana, provincia e persino per comune. Quanti sacerdoti potenziali offender ci sono nella provincia in cui abitate, quante sono le vittime sopravvissute che questi hanno prodotto in quei luoghi, ma non solo…

Quanti di questi hanno subito un processo, penale o canonico, quanti invece sono sfuggiti per prescrizione alla Giustizia e che fine hanno fatto. Tra le vittime prodotte quante donne, quanti uomini, da chi sono stati abusati e in quale circostanza. Quanto è la percentuale italiana del clero pedofilo e tanto altro.

Una serie infinita di informazioni aggiornate in tempo reale, in alcuni casi da noi preconfezionate in panneli che  a colpo d’occhio danno coscienza della situazione, che potrà essere approfondita nei pannelli specifici.

l’iCODIS ha anche un sistema integrato di ricerca avanzata dove non serve necessariamente inserire un nome, ma è sufficiente per esempio inserire una città per avere una panoramica di ciò che accade o è stato.

Data la notevole quantità di dati che per scelta però, malgrado l’enorme difficoltà vogliamo assolutamente concentrare in questa unica pagina, abbiamo pensato di strutturare l’esposizione dei dati stessi e la loro descrizione, con un breve scritto esplicativo, come fosse un articolo da leggere all’interno del quale inseriamo man mano i pannelli. Tutto quindi avrà un senso logico che permetterà anche al meno espero in materia una rapida  comprensione di tanto materiale.

Buona lettura!

iCODIS è un servizio prodotto da Sviluppatori – Rete L’ABUSO CONTATTACI!

© Rete L’ABUSO. Riprodurre liberamente con attribuzione.

Storie d'Europa

#ChurchToo campagna di sensibilizzazione al contrasto alla pedofilia clericale.

J'accuse dei sopravvissuti

NOI, I SOPRAVVISSUTI ITALIANI

Subito sotto i pannelli dati disponibili, suddivisi nelle varie tipologie.

SERVIZI DI RICERCA AVANZATA

Nel pannello SOPRAVVISSUTI e OFFENDER puoi trovare il dato generale suddiviso per regioni con il numero di offender, la categoria, le vittime prodotte e tanto altro.

GLI INSABBIATORI Un elenco di casi in cui le gerarchie, a fronte delle garanzie, hanno insabbiato. L’elenco si limita alla sola Italia.

Nel pannello REGIONI e PROVINCE puoi trovare il dato generale suddiviso per regioni e province con le schede degli offender, la categoria, le vittime prodotte e tanto altro.

DOVE SI “CURANO” i preti pedofili.  Le più di venti comunità sul suolo italiano dove la chiesa sostiene di curare i preti pedofili.

Le Diocesi NON SICURE e il dettaglio dei casi a livello di province e comuni. La mappatura interattiva dei casi di abuso unicamente di minori censiti sul territorio italiano.

ANNUARIO – In tutti i paesi membri dell’UE sono state fatte commissioni d’inchiesta sugli abusi sessuali del clero, tranne che in Italia dove

       iCODIS Live Search 

Da questo modulo avete accesso alla ricerca globale dei dati pubblici. Se non sai di preciso quello che cerchi, prova ad inserire la località o un particolare inerente alla tua ricerca, iCODIS recupererà le parole chiave che hai inserito con tutti gli elementi a loro associate. Per esemplio; sto cercando “Alberto Rossi” ma io al momento non so il suo nome, tuttavia so che vive in Lombardia e ha una condanna. In questo caso inserendo le parole chiave “Lombardia” e “condanna” otterrò tutti i risultati contenenti quelle parole. Aggiungendo per esempo “catechista” o “sacerdote” restringerò la ricerca.

     Prova a usarmi, potrei stupirti!

Introduzione a “Spotlight on Italian survivors”

       Si dice che in Italia non esistano numeri certi sui minori abusati dal clero e questo è vero, quanto il fatto che nessuno li cerchi!

… cosi, in assenza dello Stato lo abbiamo fatto noi sopravvissuti.

Negli ultimi 15 anni la Rete L’ABUSO ha avuto un importante ruolo in Italia dove i sopravvissuti, anche nell’informazione come nella giustizia, hanno dovuto reagire alle negligenze dello Stato divenendo “IL FARO” dei dati sugli abusi del clero nel paese.

Per questo e non a caso, se cercate anche sui media i dati degli abusi, mai troverete quelli ministeriali dell’osservatorio delle pari opportunità (non per forza del clero, anche dei laici) ma solamente quelli della Rete L’ABUSO, in quanto sono gli unici in Italia, da 15 anni a oggi.

E proprio nell’ottica di uno Stato europeo assente come l’Italia che ci siamo voluti/dovuti migliorare dando vita a “Spotlight on italian survivors”, un team di sopravvissuti che ha svolto un lavoro certosino di censimento dei dati, oggi pubblici nella loro integrità.

Per fare questo il Team di Spotlight on italian survivors ha sviluppato un programma chiamato CODIS Central Operating Data Information Service – che ha due differenti istanze di dati, il CODIS che è solo ad uso interno e iCODIS, l’interfaccia dedicata alla consultazione pubblica.

Questa suddivisione è stata necessaria in quanto mentre nella parte interna del sistema, la ricerca di un soggetto appare corredata dei sopravvissuti prodotti o di ogni dato disponibile in archivio, in quella pubblica, per mantenere la privacy il dato non sarà prodotto.

Un sistema molto più efficiente e completo del precedente, anche nei numeri dei casi, che salgono effettivamente da 330 nominativi di offender, a 1053 con un prodotto effettivo di sopravvissuti che non è più di 1500 circa, ma sale a ben 4371 sopravvissuti.

Come sale l’incidenza percentuale degli offender nel clero, ben i 3,05%, per una media di 4 vittime a offender. (Calcolo effettuato con il solo dato dei sacerdoti, esclusi suore catechisti ecc.)

Dati che non ci siamo inventati !

La piattaforma CODIS e l’interfaccia pubblica iCODIS infatti non sono semplici database che riflettono un dato in tempo reale, ma un vero e proprio elaboratore.

L’aumento impressionante dei dati è semplicemente dovuto al fatto che prima, i vari database (oggi tutti disattivati) raccoglievano soltanto il dato emerso sui media occultando il sommerso, ovvero casi che per una serie di motivi quali diffide, richieste di cancellazione appellandosi alla legge sull’oblio, accordi tra le parti con l’obbligo della riservatezza e via dicendo, eravamo costretti a rimuovere, dati tornati disponibili con la semplice omissione di informazioni che riportano all’individuazione del caso, ma restano se pur in forma anonima conteggiati.

Inseriti anche i 913 casi dichiarati dalla stessa Conferenza Episcopale italiana, dati che non abbiamo sommato ai nostri ma che molto onestamente abbiamo sottratto, utilizzando soltanto il disavanzo tra quelli da noi censiti e quelli dichiarati da CEI, lasciando così il numero degli offender totali ai 913 dichiarati.

Essendo la dichiarazione della CEI (913 casi) antecedente al dato della commissione della diocesi di Bolzano, questo nuovo dato è stato invece inserito con tutte le lacune che solleva, nel sistema CODIS, rispettivamente al solo territorio di Bolzano.

Il disavanzo della CEI ovvero, il rimanente dei 913 casi ai quali abbiamo sottratto i 560 censiti dalla Rete L’ABUSO dal 2000 a oggi, che la CEI non ha mai circostanziato nelle località dove i fatti sono avvenuti e nel numero di vittime prodotte, è stato in questo modo conteggiato.

Per quanto riguarda le vittime, anche in questo caso ignote nel dato CEI, abbiamo potuto ottenere una proiezione attendibile formulata sul dato certo dei 560 casi censiti dalla Rete e il loro prodotto pari a ben 2281 sopravvissuti.

Dati che potete tranquillamente nei pannelli sotto.

Ma iCODIS va oltre e fornisce per ogni regione e provincia italiana il dato generale di quanti siano gli offender, le loro vittime, quante bambine o bambini siano rimasti vittime in quei luoghi, quanti siano stati abusati da preti, suore, catechisti ecc., quanti sono stati denunciati e quanti no, quanto sia il sommerso in quei luoghi, una serie davvero notevole di dati che neppure noi immaginavamo con così tanta chiarezza.

Naturalmente non manca un motore di ricerca in tutto il database, iCODIS Live, che appare come una semplice finestra dentro la quale scrivere, ma si trasforma proprio mentre scrivete, in risultato.

Questa la mission del team “Spotlight on italian survivors”, un manifesto pubblico di denuncia non solo sui crimini occultati dalla chiesa in Italia, ma sull’inerzia di uno Stato che con la scusa di non aver dati che in realtà non cerca, si astiene in modo criminale dall’affrontare un problema che classifica il paese “fanalino di coda” in Europa ma non solo.

        Buona consultazione!

      Nota: Se pur alcuni pannelli richiedono la registrazione dell’utente al portale, il servizio è completamente gratuito.

(*1) Clicca e leggi le raccomandazioni all'Italia | Comitato diritti dell'infanzia ONU - 80° sessione - ONUG Ginevra

Sfruttamento e abuso sessuale

21. Accoglie favorevolmente il piano nazionale per la prevenzione e la lotta contro gli abusi e lo sfruttamento sessuale dei bambini 2015-2017 e la rivitalizzazione dell’Osservatorio per contrastare la pedofilia e la pornografia infantile, il Comitato è preoccupato per i numerosi casi di bambini vittime di abusi sessuali da parte di personale religioso della Chiesa Cattolica nel territorio dello Stato Membro e per il basso numero di indagini criminali e azioni penali da parte della magistratura italiana. Con riferimento alle sue precedenti raccomandazioni (CRC / C / ITA / CO / 3-4, par. 75) e al commento generale n. 13 (2011) sul diritto del bambino alla libertà e contro tutte le forme di violenza nei suoi confronti e prendendo atto dell’Obiettivo 16.2 per lo Sviluppo Sostenibile, il Comitato raccomanda all’Italia di:

(a) Adottare, con il coinvolgimento attivo dei bambini, un nuovo piano nazionale per prevenire e combattere l’abuso e lo sfruttamento sessuale dei bambini e assicurarne l’uniforme implementazione su tutto il suo territorio e a tutti i livelli di governo;

(b) Istituire una commissione d’inchiesta indipendente e imparziale per esaminare tutti i casi di abuso sessuale di bambini da parte di personale religioso della Chiesa Cattolica;

(c) Garantire l’indagine trasparente ed efficace di tutti i casi di violenza sessuale presumibilmente commessi da personale religioso della Chiesa Cattolica, il perseguimento dei presunti autori, l’adeguata punizione penale di coloro che sono stati giudicati colpevoli, e il risarcimento e la riabilitazione delle vittime minorenni, comprese coloro che sono diventate adulte;

(d) Stabilire canali sensibili ai bambini, per i bambini e altri, per riferire sulle violenze subite;

(e) Proteggere i bambini da ulteriori abusi, tra l’altro assicurando che alle persone condannate per abuso di minori sia impedito e dissuaso il contatto con i bambini, in particolare a livello professionale;

(f) Intraprendere tutti gli sforzi nei confronti della Santa Sede per rimuovere gli ostacoli all’efficacia dei procedimenti penali contro il personale religioso della Chiesa Cattolica sospettato di violenza su minori, in particolare nei Patti Lateranensi rivisti nel 1985, per combattere l’impunità di tali atti;

(g) Rendere obbligatorio per tutti, anche per il personale religioso della Chiesa Cattolica, la segnalazione di qualsiasi caso di presunta violenza su minori alle autorità competenti dello Stato Membro;

(h) Modificare la legislazione che attua la Convenzione di Lanzarote in modo da garantire che non escluda il volontariato, compreso il personale religioso della Chiesa Cattolica, dai suoi strumenti di prevenzione e protezione.

Seduta ONU - Comitato per i diritti dell'infanzia

L'ultima audizione della delegazione italiana presso le Nazioni Unite di Ginevra

 

PARAMETRI DI INDAGINE E ELABORAZIONE DEI DATI

Non è affatto vero che in Italia non ci siano dati, certo se lo Stato facesse come negli altri paesi una commissione d’inchiesta ne avremmo certamente molti di più.

Bambine e bambini figli di un Dio minore per lo Stato italiano che spesso non ha agito proprio per non turbare i rapporti con la chiesa, trasformando quello che nelle convenzioni internazionali è l’interesse superiore del minore, in un “interesse superiore se non…

Eppure persino la Conferenza Episcopale Italiana, se pur di parte e malvolentieri, ha quantificato le cifre degli abusi del clero in Italia.

Vediamole.

Dato CEI 2000 - 2010

La prima dichiarazione ufficiale della Chiesa italiana risale al 25 maggio 2010, quando monsignor Mariano Crociata, segretario generale della Conferenza episcopale, parlò – a margine dell’assemblea generale dei vescovi italiani – di circa 100 processi canonici avviati in dieci anni, senza però specificare il numero dei minori coinvolti. Circa tre mesi prima, in un’intervista rilasciata a Radio Vaticana, era intervenuto sul tema don Fortunato Di Noto: «L’Italia non è immune dal triste fenomeno dei preti pedofili», diceva il sacerdote fondatore dell’associazione Meter che si occupa prevalentemente di lotta alla pedofilia e di tutela dell’infanzia. «In questi ultimi 10 anni», aggiunse, «circa 80 sacerdoti sono stati coinvolti. È un fenomeno che esiste e che riguarda anche le suore, seppure in maniera molto più blanda».

Fonte: "Chiesa e pedofilia, il caso italiano" di Federico Tulli, pagina 110, L'Asino d'oro edizioni (2014)

3 febbraio 2022 - Diocesi Bolzano, la Commissione tutela minori dichiara 100 casi

Come documenta Federico Tulli su LEFT, l'Ufficio tutela minori della Diocesi di Bolzano dichiara che il comitato per la tutela dei minori di Bolzano da quando è stato istituito nel 2010 ha segnalato finora 100 casi di violenze.

28 maggio 2022 - Il Presidente CEI Matteo Zuppi presenta "La via italiana"

Durante lo spazio dedicato alle domande dei giornalisti, alla conclusione della Conferenza stampa del neopresidente della Cei card. Matteo Zuppi, Francesco Zanardi ha posto alcune domande ed esposto le perplessità rispetto al senso complessivo del progetto di contrasto all'abuso appena varato dai vescovi italiani.

E' stato un momento intenso: per la prima volta, in una conferenza stampa istituzionale della CEI, una vittima ha osato prendere la parola.

Davanti ai giornalisti, Zuppi ha preso un impegno: quello di incontrare prossimamente la Rete l'Abuso ed acquisire gli eventuali dati.

 

17 novembre 2022 - Primo report CEI, 68 casi + 613 di CDF = 681 casi

Come sottolinea il report (PrimoReport_Sintesi- PrimoReport_integrale) “Le segnalazioni fanno riferimento a casi recenti e/o attuali (52,8%) e a casi del passato (47,2%)”. Provengono da soli 30 sportelli su 226 Diocesi.

Si legge; “Il profilo dei 68 presunti autori di reato evidenzia soggetti di età compresa tra i 40 e i 60 anni all’epoca dei fatti, in oltre la metà dei casi. Il ruolo ecclesiale ricoperto al momento dei fatti è quello di chierici (30), a seguire di laici (23), infine di religiosi (15). Tra i laici emergono i ruoli di insegnante di religione; sagrestano; animatore di oratorio o grest; catechista; responsabile di associazione.”. Il genere delle persone che hanno contattato il Centro rivela una maggiore rappresentazione delle donne (54,7%). I casi segnalati, anche per fatti riferiti al passato, riguardano 89 persone, di cui 61 nella fascia di età 10-18 anni, 16 over 18 anni (adulto vulnerabile) e 12 under 10 anni.

La stessa CEI per mano del Presidente card. Matteo Zuppi aveva annunciato anche l'esamina di 613 fascicoli italiani pervenuti presso la CDF (Congregazione Dottrina della Fede), poi disattesa e ad oggi ancora non esaminati, tuttavia cifre ufficiali di cui si deve tenere rigorosamente conto.

Totale dei casi; 68 (per  un totale di 89 presunte vittime) + 613 casi italiani in CDF (di cui non si conosce il numero, verosimilmente almeno una per caso) per un totale di 681 casi.

16 novembre 2023 - Secondo report CEI che dichiara 54 vittime di 32 abusatori

ASSISI – Sono 32 i sacerdoti, i catechisti, gli insegnanti di religione che, nel corso degli anni, hanno compiuto abusi sessuali denunciati nel corso del 2022 agli sportelli aperti dalla stessa Chiesa cattolica. In alcuni casi gli abusatori hanno fatto più di una vittima: le vittime segnalate, infatti, sono 54, 25 delle quali aveva meno di 18 anni al momento dell’abuso.

Totale degli abusatori 32 che hanno prodotto 54 vittime di cui 25 sono maggiorenni.

20 gennaio 2025 il report della Diocesi di Bolzano

Il quadro che emerge, scrivono gli avvocati tedeschi, evidenzia «la chiara esistenza di lacune sistemiche nettamente riconosciute e ampiamente descritte. Non è quindi possibile affermare di trovarsi di fronte a casi isolati disgiunti dal sistema». Come è noto, la CEI e il suo presidente, il card. Matteo Zuppi, rifiutano che si parli di cause sistemiche e continuano a fare riferimento a “casi isolati”.

Su mille fascicoli esaminati grazie all’accesso al Centro di ascolto diocesano (nato ben 15 anni fa, mentre nel resto d’Italia hanno visto la luce intorno al 2020-21, e nemmeno dappertutto), agli archivi diocesani, dei Seminari, di varie istituzioni legate alla Chiesa, nel periodo dal 1964 – data di creazione dell’attuale diocesi di Bolzano-Bressanone – al 2023, emergono 67 «quadri di possibili aggressioni sessuali» che hanno coinvolto 75 persone. Si parla in 59 casi di «abusi in prevalenza probabili o dimostrati» a cui si aggiungono, sempre per quanto riguarda le persone offese, 16 casi che «risultano ancora non chiariti». E qui, un’anomalia rispetto al resto del mondo: il 68% di queste persone sono di sesso femminile, e l’abuso di sarebbe svolto quando avevano dagli 8 ai 14 anni. È noto infatti come, a livello tendenziale generale, più bassa è l’età degli abusati, maggiore è la percentuale dei maschi. Qui è il contrario, per cause che gli esperti dovranno studiare. Anche sul fronte degli abusatori c’è qualche sorpresa: 41 i preti coinvolti («29 per i quali le accuse mosse sono dimostrabilmente vere o altamente probabili. Rispetto ad altri 12 chierici, le accuse formulate non hanno potuto essere invece giudicate con il necessario grado di certezza», si legge nel rapporto). La loro età, al momento degli abusi, è più bassa di quanto emerga in altri analoghi rapporti, concentrando nel gruppo più folto (29%) la fascia di età compresa tra i 28 e i 35 anni.

Un dato interessante è che, se è vero che la gestione degli abusi è migliorata a partire dal 2010, data dell’esplosione in Germania dello scandalo che in questo territorio ebbe molte ripercussioni e data dell’istituzione del Centro di ascolto diocesano, la metà di questi 67 casi erano già noti alle istituzioni prima di quella data. Un segno della mancata volontà di fare chiarezza e di gravi ed evidenti carenze sistemiche.

Da ADISTA del 26 gennaio 2025

 

Cifre di cui la Rete L’ABUSO attraverso i sopravvissuti che ha assistito negli anni ha un parziale riscontro, che andremo ad elaborare in questa inchiesta che sottolineiamo è nata dalle vittime, contro le inadempienze di uno Stato che abbandona di fatto i suoi cittadini, con l’aggravante che questi siano minori.

Nei due pannelli a lato avete le cifre.

A sinistra quelle censite dalla Rete L’ABUSO in quindici anni di attività, precise sia nei luoghi dove i fatti sono avvenuti come nell’identità dell’offender e delle vittime prodotte.

A destra quelle dichiarate dalla CEI, molto meno ricche di dettagli sull’identità dell’offender, dei luoghi e soprattutto delle vittime prodotte, che tuttavia siamo in grado di ricostruire con una buona precisione numerica. Un po’ meno per quanto riguarda la posizione geografica, tuttavia secondaria e che abbiamo scelto di affidare ad un calcolo percentuale, distribuendola sulla penisola italiana, in base ai casi concreti e rilevati dalla Rete in ogni capoluogo di provincia.

Se pur avremo potuto sommare i due dati, abbiamo ritenuto politicamente più corretto sottrarre ai 913 offender dichiarati della Conferenza Episcopale Italiana i nostri in quando quelli CEI, non essendo circostanziati tranne che nel numero degli offender, non è escluso che molti di questi siano gli stessi censiti dalla Rete.

Una scelta di qualità anziché di quantità.

© Rete L’ABUSO. Riprodurre liberamente con attribuzione.

Mappa dei casi CEI

Per rendere più chiara l’entità del fenomeno, abbiamo aggiunto sopra la nostra mappa i 913 casi dichiarati dalla chiesa

Adesso dobbiamo produrre il dato mancante X, ovvero quanti sopravvissuti hanno prodotto i 913 sacerdoti dichiarati dalla CEI ai quali detrarremo quelli realmente censiti da Rete L’ABUSO.

Come detto prima, la detrazione è dovuta al fatto che nei 913 sacerdoti dichiarati da CEI e quelli presso la CDF, è verosimile pensare siano inclusi anche quelli da noi censiti. Nel dubbio abbiamo quindi deciso di NON sommare i due dati, ma mantenere il solo dato CEI ragguagliandolo con i casi documentabili da noi censiti.

Sapedo dai dati della Rete L’ABUSO quanti sopravvissuti abbiano prodotto i sacerdoti censiti, possiamo facilmente calcolare con una proporzione, quanti sopravvissuti ha prodotto il disavanzo dei sacerdoti dichiarati da CEI.

N.B. il calcolo tiene presente solo i sacerdoti censiti dalla Rete ed esclude tutte le altre categorie di offender censite nell’iCODIS.

Nel pannello sotto il calcolo iniziale da noi bloccato nell’aggiornamento, dal quale continueremo ad ad aggiungere man mano i nuovi casi.

MONITOR REGIONI/PROVINCE IN TEMPO REALE

 

      Qui il risultato,

in queste schede il riassunto, che trovate in forma integrale e dettagliata nei pannelli di approfondimento nel menu principale in alto a destra “Spotlight on italian survivors“.

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DATO REGIONALE

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DATO REGIONALE COMPLETO SUDDIVISO PER PROVINCE

I pannelli “Regioni” contengono il riassunto generale nel dettaglio. Sono divisi in due blocchi, il primo dove trovate il dato della regione con i dettagli per provincia, numero di offender suddivisi per categoria, stessa cosa per i sopravvissuti. Trovate anche la panoramica dei casi processati penalmente o meno.

Nel secondo blocco invece i nominativi dei casi e degli autori. Potete utilizzare il motore di ricerca (in alto a sinistra del pannello) per cercare contenuti.

N.B. Il motore dei pannelli cerca solamente all’interno del pannello. Per una ricerca più approfondita vi consigliamo di utilizzare iCODIS Live Search.

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