Questa mattina, presso il carcere di Latina, è stato notificato al diacono permanente Alessandro Frateschi il decreto di dimissione dallo stato clericale per decisione diretta di Papa Leone XIV. Questo decreto di condanna non è appellabile. Lo comunica la Diocesi di Latina. Il chierico era accusato di aver commesso abusi sessuali a danno di cinque minori, in un periodo compreso tra il 2018 e gennaio 2023. Nel caso specifico, il Dicastero per la Dottrina della Fede, competente in materia, “vista la gravità e il manifesto compimento dei delitti da lui commessi, ha deciso di deferire la decisione direttamente al Sommo Pontefice”.
La prima decisione in materia presa da Papa Leone, ieri le scuse a nome della Chiesa
Questa è la prima decisione presa da Papa Leone in materia di abusi, o comunque la prima che sia stata ufficialmente resa nota. Oltretutto, proprio ieri il Pontefice, in occasione del Giubileo della Consolazione, aveva avuto forti parole di condanna nei confronti di quanti, all’interno del clero, si fossero macchiati del delitto di abusi sessuali ai danni di minori: “La Chiesa si inginocchia”, aveva scandito il Santo Padre.
Tra i minori abusati, il figlio di un amico di famiglia e uno ricevuto in affidamento
Il chierico era accusato di aver commesso abusi sessuali a danno di cinque minori, in particolare, tre giovani erano suoi alunni presso un istituto superiore di Latina, dove Frateschi aveva un incarico annuale come insegnante di religione cattolica; un minore gli era stato dato in affidamento mentre il quinto ragazzo è il figlio di amici di famiglia.
Il procedimento canonico è stato istruito e curato dalla Sezione disciplinare del Dicastero per la Dottrina della Fede, cui compete il giudizio circa i reati annoverati tra i cosiddetti Delicta graviora, come quelli “contro il sesto comandamento del Decalogo commesso da un chierico con un minore di diciotto anni”.
Non potrà più insegnare religione cattolica e parlare a nome della Chiesa
Nel corso della notifica, è stato spiegato all’ex diacono che tra l’altro non potrà più parlare in nome della Chiesa, non potrà tenere omelie, non potrà più assumere incarichi di alcun genere nei seminari o nelle parrocchie, non potrà più insegnare materie teologiche nelle istituzioni scolastiche e accademiche dipendenti dall’autorità ecclesiastica, non potrà più insegnare materie teologiche o la religione cattolica nelle scuole non dipendenti dall’autorità ecclesiastica.
L’iter della vicenda, dalla denuncia del caso alla decisione presa oggi dal Papa
Come previsto dalle attuali norme canoniche, il vescovo di Latina-Terracina-Sezze-Priverno, monsignor Mariano Crociata, aveva rimesso la posizione di Frateschi al competente Dicastero, subito dopo che gli era stato segnalato il caso. Nello specifico, il 30 gennaio 2023, il vescovo veniva informato dall’Ufficio Scuola della Curia diocesana circa la richiesta di assegnazione di un nuovo insegnante di religione cattolica, al posto di Frateschi, presentata da una scuola del capoluogo, e dei motivi addotti per tale richiesta. Nelle stesse ore il Vescovo incontrava il docente per ascoltare la sua versione dei fatti.
Al termine del colloquio, dopo aver ricevuto dallo stesso Frateschi le dimissioni dall’incarico, monsignor Crociata gli comunicava la revoca dell’idoneità all’insegnamento della religione cattolica, oltre a imporgli l’allontanamento cautelare dall’esercizio del ministero diaconale. Sempre lo stesso giorno, il vescovo Crociata firmava il decreto per l’apertura dell’indagine previa canonica, per acquisire tutti gli elementi possibili sul caso, poi trasferiti al Dicastero per la Dottrina della Fede.
“Seppur conclusa la parte canonica, l’intero caso segna una ferita per l’intera comunità diocesana. In particolare, per le giovani vittime e le loro famiglie cui viene rinnovata la solidarietà e la massima vicinanza” sottolinea la Diocesi di Latina che “conferma il suo impegno per la protezione dei giovani”. Tutto questo – chiarisce la diocesi – “non si sovrappone o si sostituisce in alcun modo al ricorso all’Autorità giudiziaria dello Stato, che anzi è incoraggiato fortemente”.
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