Un “Grande fratello” in grado di spiare tutte le chat, da WhatsApp a Telegram, per intercettare i contenuti pedopornografici e stanare i pedofili in Europa. Entro la giornata di oggi, venerdì 12 settembre, gli stati membri dell’Unione europea sono chiamati a votare il regolamento sul “Chat control”, la proposta che apre all’uso di un algoritmo sulle piattaforme di messaggistica.
Cos’è il Chat control
La proposta nasce dalla necessità di individuare in rete i contenuti legati a pedofilia e pedopornografia. Cosa prevede? In caso di via libera da parte di Parlamento e Commissione Ue, le società che forniscono software crittografati saranno obbligate a consentire una verifica preventiva sui contenuti alla ricerca di materiale dove si menzionano abusi su soggetti con meno di 18 anni di età. Sarà un algoritmo a occuparsi di bypassare la crittografia e intercettare l’eventuale illecito prima che il messaggio arrivi a destinazione.
La misura mira a diventare un’arma “invisibile” per prevenire e contrastare gli abusi sui minori e la diffusione di materiale pedopornografico. Il Regolamento punta anche a creare un centro europeo sugli abusi, in cui far pervenire tutte le segnalazioni.
Messaggi “bloccati”: come funziona
Come dovrebbe funzionare questo sistema? In caso di messaggio intercettato dal Chat control, l’algoritmo verifica l’eventuale presenza di materiale illegale, analizzando tutti i contenuti audiovisivi, dalle immagini a video, note vocali e link esterni, delle tutte le chat più o meno note, WhatsApp, Telegram e Signal, anche in presenza di cifratura end-to-end. In caso di contenuto illegale, il sistema bloccherebbe in automatico la diffusione del messaggio, per poi segnalare il caso alle autorità.
Europa divisa: dubbi sulla sicurezza
Come riportato sul portale Fightchatcontrol, a promuovere l’iniziativa è stata la Danimarca, ma l’accoglienza non è stata la medesima per tutti i Paesi. A preoccupare gli esperti è soprattutto il grado di penetrazione dell’algoritmo nelle piattaforme di comunicazione, che potrebbe oltrepassare il velo della privacy che copre la corrispondenza tra messaggi privati.
Otto Stati si sono opposti alla “stretta” sulle chat: Austria, Belgio, Germania, Lussemburgo, Repubblica Ceca, Finlandia, Paesi Bassi e Polonia. La Germania invece, dopo alcune titubanze, ha dato la sua approvazione. Ad appoggiare la proposta sono invece 15 Paesi, tra cui Italia, Francia e Spagna, mentre Estonia, Grecia, Romania e Slovenia risultano ancora tra gli “indecisi”.
Oltre alla potenziale erosione della crittografia end-to-end, della privacy e della sicurezza nelle comunicazioni digitali, il sistema rischia di avere un impatto negativo per l’elevato tasso di errore sul rilevamento degli abusi nei messaggi e nei file, a partire dai contenuti diffusi dagli utenti in modo consensuale.
https://europa.today.it/attualita/chat-control-proposta-algoritmo-spia-messaggi-privati-ue.html
Scopri di più da Rete L'ABUSO
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.